Processo "all'infermiere-killer": il Cannizzaro solo parte civile

Processo “all’infermiere-killer”: il Cannizzaro solo parte civile

Vincenzo Villani Conti avrebbe ucciso due donne per vendicarsi del nosocomio catanese.

CATANIA. Vincenzo Villani Conti, il presunto infermiere-killer che tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 avrebbe ucciso due donne, somministrando loro massicce dosi di benzodiazepine – il quale avrebbe agito, secondo la Procura di Catania, per vendicarsi dell’ospedale, che lo aveva trasferito di reparto in quei mesi – sarà l’unico a rispondere di un ipotetico risarcimento alle vittime, in caso di condanna. Nonostante fosse stato chiamato in causa, il datore di lavoro, ovvero l’Azienda ospedaliera Cannizzaro, non sarà più presente come responsabile civile.

Lo ha deciso ieri mattina la Corte d’assise di Catania, presieduta dal giudice Sebastiano Mignemi, a latere Anna Scirè. Si tratta di un particolare tecnico, ma sostanziale, perché i giudici hanno accolto la richiesta del difensore dell’ospedale, l’avvocato Eleonora Baratta, già presente come parte civile e che in aula, dopo essersi costituita in veste di “responsabile civile”, ora ha chiesto e ottenuto la propria estromissione in quest’ultima veste, per cui era stata chiamata in causa nella persona del proprio direttore generale e commissario Salvatore Giuffrida.

“I giudici hanno accolto la nostra costituzione di parte civile – spiega l’avvocato Baratta – per entrambi i reati di furto e omicidio contestati all’imputato. Adesso hanno accolto la mia eccezione per l’estromissione del responsabile civile ed è un risultato importantissimo, specie considerati i tempi ristretti dal conferimento dello specifico mandato”. L’incarico di rappresentare l’ospedale come responsabile civile, in pratica, le era stato conferito solo martedì scorso.

Poi in aula si è entrati nel vivo del processo e così, dopo le questioni preliminari, in un’udienza durata oltre quattro ore, hanno deposto uno psicologo e uno psichiatra, le cui denunce fecero partire l’inchiesta. I professionisti, sospettando ciò che poteva aver fatto l’infermiere, denunciarono ai magistrati i loro timori, dando un impulso decisivo all’indagine, che passò poi dalle analisi sulle morti sospette avvenute al Cannizzaro alla individuazione delle due presunte vittime. Le morti, secondo l’accusa, sarebbero state provocate dall’infermiere.

In aula sono presenti poi altre sei parti civili, per conto di familiari delle due anziane vittime, due delle quali erano già presenti alla scorsa udienza, assistite dagli avvocati Cettina Mirabella e Simone Marchese. Le due donne, si ricorda, sono un’ultrasessantenne e un’ottantenne, che persero la vita a distanza di un mese e mezzo l’una dall’altra, il 2 dicembre 2020 e il 16 gennaio 2021. Date in cui, in entrambi i casi, l’infermiere aveva fatto il turno di notte. L’imputato è difeso dagli avvocati Erminia Villani Conti, Francesco Calabrese e Salvatore Liotta.
Il processo riprenderà il prossimo 27 febbraio.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI