Anziane uccise con psicofarmaci: “Presenti nel loro sangue” - Live Sicilia

Anziane uccise con psicofarmaci: “Presenti nel loro sangue”

Una docente di Medicina legale e il capo del Dipartimento di Medicina legale del Policlinico hanno deposto al processo al presunto infermiere-killer.

CATANIA. L’esame tossicologico eseguito sul corpo senza vita di due anziane, presunte vittime di Vincenzo Villani Conti, l’infermiere catanese ritenuto una sorta di “angelo della morte”, avrebbe confermato la presenza di sostanze controindicate. Nell’ospedale Cannizzaro, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, avrebbe ucciso le due donne, somministrando loro massicce dosi di Diazepam e Midazolam, fortemente controindicati per le loro patologie.

A sostenerlo, in aula, sono stati una docente di Medicina legale e il capo del Dipartimento di Medicina legale del Policlinico di Catania, sentiti ieri mattina come testimoni dell’accusa al processo a carico di Villani Conti. Gli esperti hanno esaminato complessivamente le sostanze presenti nei corpi di cinque persone morte al Cannizzaro, trovando una corrispondenza solo in due di essi.

Si trattava di farmaci contro-indicati e che, dunque, non potevano e non dovevano essere somministrati a queste pazienti e che potrebbero esser stati utilizzati, per l’accusa sarebbe andata proprio così, da Villani Conti per uccidere le due donne. Lo avrebbe fatto per una sorta di ritorsione contro l’ospedale. In quel periodo, agli psicologi, avrebbe detto di vivere “uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio”, che percepiva da parte dei suoi superiori.

Nella prossima udienza parola all’imputato

In aula sono stati sentiti gli ultimi testimoni dell’accusa e alla prossima udienza, il 22 maggio, la parola passerà all’imputato, che dovrà decidere se rispondere o meno all’interrogatorio. Il processo si celebra dinanzi alla Corte d’assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi, giudice a latere Anna Scirè, mentre l’accusa è sostenuta dalla Pm Alessandra Russo. In aula sono parte civile l’ospedale, difeso dall’avvocato Eleonora Baratta, parte civile sia per l’ipotizzato furto di farmaci che per il duplice omicidio; e due nipoti di una delle due donne che sarebbero state uccise dall’infermiere, assistite dagli avvocati Cettina Mirabella e Simone Marchese.

L’infermiere è difeso dagli avvocati Erminia Villani Conti, Francesco Calabrese e Salvatore Liotta. L’accusa, si ricorda, sostiene che l’imputato abbia progettato gli omicidi, che si sarebbe procurato i farmaci in ospedale senza prescrizione e li avrebbe inoculati alle due pazienti. E il gip, nell’ordinanza, definì “fatti certi” le confidenze agli psicologi, la presenza nei turni di notte, la presenza dei farmaci controindicati e, ovviamente, il decesso delle due pazienti.


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