Catania, protesta dei lavoratori Oda in Curia: "Vogliamo gli stipendi"

Catania, protesta dei lavoratori Oda in Curia: “Vogliamo gli stipendi”

Renna risponde con una lettera
OPERA DIOCESANA ASSISTENZA
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CATANIA – I “conti della Fondazione, al netto del consistente pregresso debitorio, sono a posto”, quello “economico annuale non produce più perdite, non vi sono sprechi o gestioni disinvolte del denaro” e siate “certi che né questa Diocesi, né la governance hanno priorità diverse dalla tenuta dell’Oda e dal mantenimento dei vostri posti di lavoro“. Lo afferma l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, in una lettera ai dipendenti dell’Opera diocesana di assistenza, anticipando che “il pagamento di due mensilità a strettissimo giro, con buona probabilità entro questa settimana entrante, a fronte della recente pubblicazione, da parte dell’Asp, delle determina di liquidazione dell’acconto relativo al quarto trimestre”. 

La protesta

La lettera è stata rilasciata dopo che i dipendenti dell’Opera diocesana assistenza (Oda) iscritti al sindacato Usb hanno protestato davanti ai cancelli della Curia arcivescovile. “Una vertenza che dura da oltre un decennio” ha ricordato il sindacalista Corrado Tabita Siena. “Il motivo è sempre lo stesso, mancata retribuzione: da agosto i lavoratori non ricevono lo stipendio”, ha detto ancora. “Questa situazione non può andare all’infinito, per questo ci rivolgiamo a monsignor Renna.

La lettera

Le parole dell’Arcivescovo. “Questa Diocesi – sottolinea – guarda con inalterata attenzione ai disagi dei vostri, delle vostre famiglie e della Fondazione tutta, che, comprensibilmente, tolgono serenità e rendono faticoso accettare il ritardo nel pagamento degli stipendi”. 

“La realtà è quella che il commissario straordinario, Adolfo Landi, per primo e con ciclicità – scrive mons. Renna nella lettera ai dipendenti – vi ha sempre, con dovizia di spiegazioni e approfondimenti, messo a conoscenza: l’Oda dovrà, probabilmente, fare altri sacrifici, in assenza dei quali né i servizi resi all’utenza, né il vostro posto di lavoro potrebbe più esistere. È facile, da parte di chi sceglie, con pervicacia, la facile scorciatoia di fare delle promesse evanescenti, anziché il ben più arduo, ma coraggioso, cammino della collaborazione, insinuarsi nel vostro malessere e portarvi a credere che continuerebbe a esserci un futuro per la Fondazione anche dopo un’eventuale chiusura e l’acquisto di altri privati”. 

L’appello

“Sono certo che nessuno di voi, per quanto sofferente – osserva l’arcivescovo di Catania – voglia che sull’Oda venga messa una pietra tombale, e nemmeno che questa Fondazione finisca in pasto agli speculatori, che di voi tutti, dei vostri diritti e degli assistiti avrebbero, a voler usare un eufemismo, ben poco riguardo”. Mons. Renna esorta i dipendenti dell’Oda di Catania a “non abbandonarsi alla sfiducia e all’amarezza, bensì a essere fieri, in primis, del vostro lavoro e dell’Ente per cui prestate la vostra opera, cercando, con le azioni e le parole , di trasferirne, a chi sceglie i servizi che rende ea chi si adopera per la sua salvezza, l’immagine di una comunità viva, coraggiosa e resiliente”.


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