CATANIA – Da quasi tre mesi si trova ricoverata in un reparto di rianimazione, ma per lei non si trova un posto in una struttura di riabilitazione: è successo a una donna di 74 anni, che dopo avere avuto due ictus e avere subito interventi di chirurgia vascolare deve ora ricevere delle cure in un centro di lungodegenza per iniziare un percorso riabilitativo. Ma le uniche due strutture siciliane hanno rifiutato di accettare la donna per tre settimane, fino a che non si è liberato un posto.
La ricerca di un letto
A raccontare la vicenda è la figlia della donna, Elvira Iudica: “Mia madre respira con una tracheotomia, e già da tre settimane, dopo che si è risvegliata da un coma, i medici della rianimazione dell’ospedale Garibaldi Nesima hanno preparato una relazione clinica sul suo stato di salute. Ha bisogno di cure per imparare a respirare e deglutire, che può ricevere solo in una struttura riabilitativa di lungodegenza”.
Le strutture di questo tipo, in Sicilia, sono solo due, entrambe convenzionate con la Regione: la Fondazione Giglio, a Cefalù, e la Riabilitazione intensiva del presidio ospedaliero di Sciacca, che dipende dagli istituti clinici scientifici Maugeri. “Entrambe le strutture – racconta Iudica – hanno risposto di no alla richiesta di ricovero per mia madre. A Sciacca ci hanno detto che non c’erano posti disponibili, mentre a Cefalù, valutata la relazione clinica, ci hanno detto che era difficile che mia madre sarebbe stata ricoverata. Data la sua età, infatti, il suo punteggio era basso, e sarebbe stata data priorità a pazienti più giovani”.
Iudica non mette in discussione il criterio dell’età: “Mi chiedo, però – racconta – se è possibile che la Regione metta i familiari di fronte a situazioni del genere. Di fatto mia madre necessita di cure immediate, che sarebbero dovute iniziare già dopo 24 ore dal suo risveglio, e invece è da tre settimane in un letto di rianimazione. Perché le strutture sono così poche, in Sicilia, e come è possibile che nel catanese non esista un centro di riabilitazione e lungodegenza, né pubblico né privato?”
Poche strutture
Proprio per ottenere queste risposte, Iudica ha scritto una Pec al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore alla Salute Ruggero Razza. La risposta ancora non è arrivata, ma nel frattempo qualcosa si è mosso: “Neanche dodici ore dopo dall’invio della mail mi è arrivata comunicazione che si è liberato un posto a Sciacca e che da giovedì mia madre potrà essere ricoverata lì”.
Questo però non risponde agli interrogativi che Iudica ha sollevato nella sua lettera: “Il fatto che in Sicilia ci siano solo due centri di questo tipo non riguarda solo me, riguarda tutti i pazienti che hanno bisogno di cure riabilitative e i loro parenti. I posti sono troppo pochi, se una donna di 74 anni rimane in una rianimazione per tre settimane perché non si trova un letto per lei. Ed è assurdo che non ci sia un polo di riabilitazione in tutta la provincia di Catania, costringendo mezza Sicilia a spostarsi e ad affrontare sacrifici, spese e, per i pazienti, anche i contraccolpi psicologici del trovarsi in un posto lontano da casa”.