CATANIA – Il dente continua a dolere. E la lingua batte sempre là. La riscossione coattiva dei tributi locali per conto del Comune di Catania resta una faccenda complicata per l’amministrazione comunale etnea. E questo nonostante una gara d’appalto bandita a dicembre 2021 e un’aggiudicazione già avvenuta, su cui pende però la scure dei ricorsi al Tribunale amministrativo regionale di Catania e, adesso, anche di una segnalazione all’Anac a proposito di presunte irregolarità nella nomina dei componenti della commissione di gara. Un bando da 10,5 milioni di euro per assegnare il quale il municipio non si sarebbe avvalso del supporto dell’Urega, l’ufficio regionale che supporta le amministrazioni locali nel caso di procedure particolarmente impegnative, soprattutto dal punto di vista economico.
La gara d’appalto da 10,5 milioni
Il 15 marzo 2022, al termine delle procedure di gara, il Comune propone l’aggiudicazione dei due lotti della gara per la riscossione coattiva delle entrate tributarie ed extratributarie alla stessa ditta, classificatasi prima in entrambe le graduatorie: si tratta del colosso nazionale Municipia spa, la società che si è occupata di inseguire gli evasori per conto di Palazzo degli elefanti negli ultimi dieci anni. E che si è candidata, un anno fa, per continuare a farlo anche per i prossimi cinque. Nonostante risultati considerati non particolarmente positivi. Nel 2020, su oltre 18 milioni di euro di accertamenti su tributi inevasi e multe non pagate, il Comune incassa 4,3 milioni. Nel 2019 l’importo supera i 40 milioni di euro. Incassati? Sette milioni e spicci. Nel 2018 il rapporto è di 65 milioni di accertamenti contro i 6,8 milioni di entrate. Nel 2017: 34,5 milioni di accertamenti, 7,6 milioni di incassi. E poi il 2016: 81,5 contro 6,1 milioni.
Il punteggio di Municipia spa, in raggruppamento con la Gamma Tributi srl, sbaraglia la concorrenza, con ribassi a due cifre: il 77 per cento nel primo lotto e del 54,5 per cento nel secondo lotto. Offerte che, secondo la commissione di gara del Comune, “superano la soglia di anomalia“. I tecnici di Palazzo dei Chierici, sede dell’assessorato al Bilancio, invitano Municipia e Gamma Tributi a “presentare le opportune giustifiche”. Ma tra gli atti a oggi resi pubblici non c’è traccia di come le cose siano andate nei mesi successivi a marzo 2022. A credere che “l’Amministrazione sia venuta meno ai noti principi in materia di trasparenza” è la società Publiservizi srl che, in raggruppamento con Innovitalia srl, ha partecipato alla stessa gara, senza vincerla. Così come un’altra società a responsabilità limitata, la Andreani Tributi.
L’Odissea dei ricorsi al Tar
Con un ricorso al Tar datato settembre 2022, Publiservizi e Innovitalia chiedono l’annullamento dell’aggiudicazione a Municipia e Gamma Tributi. O l’annullamento integrale della gara. Tra i motivi del ricorso, c’è anche la questione della trasparenza: il Comune avrebbe dato notizia dell’aggiudicazione del secondo lotto alle due società all’inizio di giugno, tramite un avviso sul Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione, “senza tuttavia allegare il relativo provvedimento”. E, soprattutto, precludendo “la possibilità di conoscere l’esito dell’avviato procedimento di verifica dell’offerta anomala, nonché delle ragioni dell’aggiudicazione”. A questa e ad altre doglianze replicano i legali di Municipa spa che parlano di “pretestuosità e infondatezza”, oltre che di un ricorso presentato troppo tardi: con aggiudicazione datata 9 giugno 2022, dice l’impresa, Pubbliservizi e Innovitalia avrebbero avuto al massimo trenta giorni di tempo per rivolgersi al tribunale. Invece lo hanno fatto solo il 26 settembre, a termine “ampiamente scaduto”.
L’affaire Urega
Nell’attesa che il Tar si riunisca per l’udienza di merito, però, a complicare la situazione spunta un altro tema. Sollevato ancora una volta da Innovitalia srl. In una lettera indirizzata al Comune, al commissario straordinario, all’Anac e alla procura della Corte dei Conti, l’azienda parla di “violazione di legge nella costituzione della commissione di gara”. I componenti, si legge nel documento, sono stati scelti tutti dalle “strutture dirigenziali interne dell’Amministrazione”. Senza che il Comune si avvalesse del supporto dell’Urega per la nomina dei commissari di gara, “in contrasto con la normativa vigente”. A confermare questa affermazione è una nota della stessa Urega che, il 21 dicembre 2022, comunica: “Dalle verifiche effettuate non si è riscontrata alcuna documentazione esistente in questo ufficio Urega di Catania relativamente alla gara in oggetto”.
Per dirla più semplicemente: all’appalto da 10,5 milioni sulla riscossione coattiva dei tributi per conto del Comune di Catania, l’Urega non ha mai messo mano. La missiva con cui tutto questo viene segnalato a Palazzo degli elefanti è datata 19 gennaio 2023. Otto giorni prima, l’11 gennaio, Innovitalia ha inviato la segnalazione formale all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. La faccenda, dunque, si complica. In un momento storico particolarmente complesso per gli uffici di piazza Duomo: quando, cioè, la segretaria generale ha ricevuto il benservito dal commissario straordinario, a sua volta adesso messo in discussione dall’assessorato regionale agli Enti locali. Sbrogliare matasse su appalti milionari è già difficile in tempi di pace, figurarsi adesso.