Rendiconto: per il problema tributi si spera nell'appalto - Live Sicilia

Rendiconto: per il problema tributi si spera nell’appalto

La relazione dei revisori dei conti del Comune di Catania.

CATANIA – Quasi 27,5 milioni di euro di disavanzo ripianato nel 2020 e la prospettiva di coprire altri 33 milioni con l’esercizio 2021, 39 milioni con l’esercizio 2022 e quasi 42 milioni nel 2023. La relazione del collegio dei revisori dei conti del Comune di Catania fotografa, e spiega, il rendiconto 2020. Approvato ieri sera con 18 voti favorevoli e due astenuti, il vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi ha spiegato che si tratta di un altro passo per rimettere in sesto le casse del municipio provato dal default.

“Non abbiamo fatto macelleria sociale”, ha detto ieri Bonaccorsi. Paragonando il dissesto del Comune a quella pubblicità di un presidio medico: “Già fatto”. “Nel 2020 – si legge nella relazione – l’Organo di revisione non ha rilevato irregolarità e/o suggerito misure correttive non adottate dall’Ente”. Nonostante il parere favorevole al consuntivo di due anni fa, però, i revisori sottolineano alcune mancanze. Per quanto, tutto sommato, minime rispetto alla tenuta dei conti.

Mancata riscossione dei tributi

Nello specifico, i tre commercialisti toccati in sorte al Comune accertano “il mancato rispetto di tre parametri di deficitarietà nell’esercizio 2020″. E alcune altre carenze distribuite nelle 52 pagine di relazione. Intanto, sottolineano, “l’incidenza degli incassi delle entrate proprie” è insufficiente. In altri termini, le riscossioni di tributi e sanzioni vanno malissimo.

Per ovviare a questo problema, visto che non riesce a farlo da sé, il municipio ha bandito a dicembre 2021 una gara (che sarà aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa) “per l’affidamento in concessione della gestione del servizio di riscossione coattiva delle entrate tributarie ed extratributarie”. Un bando diviso in due lotti, per il valore complessivo di 10,5 milioni di euro distribuiti in cinque anni. Si potevano presentare offerte fino al 28 febbraio e lo scorso 1 marzo è stata nominata la commissione di gara. Saranno quindi i privati a tentare di aiutare Palazzo degli elefanti con l’atavico problema di tasse e multe non pagate. La Tari la pagano meno del 50 per cento dei cittadini catanesi. E sui 15,5 milioni di euro di sanzioni per violazioni del codice della strada, ne sono stati pagati poco più di 2,5 milioni.

Anticipazioni di tesoreria

Altra nota dolente sono le anticipazioni di tesoreria. Secondo la relazione dei revisori, il Comune nel 2020 poteva richiedere circa 228 milioni di euro. Ne ha chiesti 195 milioni, ma al 31 dicembre 2020 non ne aveva ancora restituiti 38 milioni.

Il patrimonio

I tre revisori contabili, infine, dopo avere invitato il Comune a controllare i debiti fuori bilancio, a monitorare le partecipate e a essere più puntuale nei pagamenti (“al fine di non incorrere in richieste di interessi passivi e nelle sanzioni previste dalla vigente normativa”), si soffermano sul patrimonio di Palazzo degli elefanti. E cioè sulla sua ricchezza. “Nella relazione al rendiconto – si legge – non sono indicati i beni in corso di ricognizione o in attesa di valutazione”. Manca, inoltre, un modo per tenere aggiornato l’inventario e “non esistono rilevazioni sistematiche e aggiornate sullo stato della effettiva consistenza del patrimonio dell’ente“. In altri termini: non si sa quali beni per certo il Comune abbia e in che stato siano.

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