Ex raffineria viale Africa, per il recupero spuntano anche i privati - Live Sicilia

Ex raffineria viale Africa, per il recupero spuntano anche i privati

L'edificio in cui si lavorava lo zolfo torna al centro degli interessi dell'amministrazione comunale. Ecco come.

CATANIA – I riflettori della città continuano a essere puntati su viale Africa. Non solo sulla nuova Cittadella giudiziaria di Catania che dovrebbe essere costruita, ma anche sull’area che c’è accanto. E che, come l’ex Palazzo delle Poste prima della demolizione, è in condizioni di totale abbandono. Lo stesso vale per l’ex Raffineria Alonzo e Consoli, ex centro di lavorazione dello zolfo del capoluogo etneo, la cui ciminiera svetta tra le altre sul mare catanese. Il commissario straordinario Federico Portoghese ha firmato un “atto di indirizzo” per il recupero dell’immobile, sia tramite partenariato pubblico-privato sia tramite finanziamento pubblico.

L’ex raffineria, si legge nella delibera commissariale, è “una delle più importanti del complesso industriale delle raffinerie di zolfo ed è stata oggetto in passato di diversi progetti di iniziativa pubblica, per farne un centro culturale polivalente“. L’ultimo di questi progetti era passato dalle mani della giunta guidata dall’allora sindaco Enzo Bianco. L’idea era di affidare l’ex raffineria all’Accademia delle Belle Arti di Catania, affinché diventasse una galleria d’arte e di design di livello internazionale. Sfruttando anche una location d’eccezione: un bene di archeologia industriale di indubbio fascino, praticamente a strapiombo sul mare.

Già ai tempi, era il 2015, la giunta sottolineava come fosse stato difficile, fino ad allora, il processo di recupero dei capannoni in cui si lavorava lo zolfo. I lavori di ristrutturazione erano stati appaltati nel 2008 e si erano fermati, senza più ripartire, nel 2010. Così si era pensato alla concessione, in comodato d’uso, all’Accademia delle Belle Arti di Catania. L’ABA avrebbe provveduto, a proprie spese e in seguito alla stipula di un protocollo d’intesa con Palazzo degli elefanti, almeno al completamento di parte dei lavori di messa in sicurezza e recupero.

Anche di questa idea, però, non si è più parlato. E l’ex raffineria è tornata al centro delle cronache quando l’abbattimento del Palazzo delle Poste e il progetto di costruzione della Cittadella Giudiziaria hanno reso necessario accertarsi che i lavori, proprio accanto alla ciminiera non in buone condizioni, non ne mettessero a rischio la tenuta. Così si è deciso che i costruttori del nuovo Palazzo di Giustizia dovranno anche mettere mano alla messa in sicurezza della raffineria, la cui struttura era già provata – e devastata – dall’incendio del 2015.

Oggi Portoghese torna a occuparsi dell’ex raffineria, su proposta del direttore dell’Urbanistica Biagio Bisignani. “Il Comune di Catania – continua il documento firmato dal commissario – intende valorizzare, attraverso un percorso virtuoso di recupero, la struttura dell’ex raffineria Alonzo e Consoli, al fine di renderla fruibile per attività di interesse collettivo“. Tanto più che si trova in “un’area strategica” e rappresenta “una preziosa risorsa urbana, culturale ed economica nel processo di rigenerazione del territorio comunale”. Per farlo, poi, può “essere utilizzato lo strumento del partenariato pubblico privato”. Per esempio il project financing. O, più in generale, “strumenti di finanza innovativa“. All’ingegnere Bisignani il compito di trovare “la migliore soluzione”.

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