Cittadella Giudiziaria, è tutto fermo: anche il ricorso al Tar

Cittadella Giudiziaria, è tutto fermo: anche il ricorso al Tar

Ancora nessuna data certa per avviare la discussione. Tra reazioni, prese di posizione e carte bollate: a che punto siamo?

CATANIA – La prima pietra della futura Cittadella Giudiziaria di piazzale Asia è stata già posizionata, con tanto di foto opportunity. C’è però un ricorso che dal gennaio del 2021 pascola tra i corridoi del Tar senza che sia stata celebrata alcuna udienza. A presentarlo sono stati gli i rappresentanti del Movimento cinque stelle e i membri dell’Osservatorio per le Politiche Urbane e Territoriali, assistiti dagli avvocati Carmelo Giurdanella e Marco Antoci. Finora, ci sono stati due rinvii. In extremis era stata individuata una data, quella del prossimo 6 dicembre, per avviare la discussione in aula. Spulciando però il calendario ufficiale del Tribunale se ne sono perse le tracce. 

Se ne parlerà in una data ancora da destinarsi, dunque. Intanto il consigliere comunale pentastellato, Graziano Bonaccorsi, ha sollevato il caso scagliandosi in prima battuta contro l’ex governatore siciliano e attuale ministro del Sud, Nello Musumeci. “A pochi giorni dalle elezioni regionali, infatti, il governo (dimissionario), in pompa magna, ha festeggiato la posa della prima pietra, che tale è rimasta”, ha scritto in una nota. 

In seconda battuta, Bonaccorsi ha sollevato rilievi sulle decisioni del Tribunale amministrativo. “È inquietante e strano che non sia stato specificato il motivo del secondo rinvio e che si siano iniziati i lavori senza tenere in considerazione il nostro ricorso”, ha detto ancora. “Quello che ci preoccupa di più – ha aggiunto –  è che, su questo imponente e dispendioso palazzo, cali il silenzio”.

Un ricorso, insomma, finalizzato a mettere tra parentesi un’opera che, nel sostituire la vecchia struttura in cemento armato delle poste, non libererebbe affatto il piazzale da nuovi ingombri. Visivi e non. “Un’area che poteva rappresentare un importante sfogo sul mare, luogo ideale per un parco urbano in una città che soffoca nel cemento e con un deficit di verde spaventoso, privata di ogni finestra sul mare, rimane chiusa e inutilizzabile dal pubblico”, riprende Bonaccorsi. 

Nello specifico, ecco quali sono i punti su cui verte il ricorso contro la Regione Siciliana, i ministeri di Giustizia e Infrastrutture e Trasporti, il Comune di Catania. Stando ai legali che hanno lo hanno redatto, ci sarebbero vizi d’incompetenza e vizi procedurali; la mancanza della Vas e dei necessari studi pre-fattibilità. 

Gli aspetti che riguardano il vissuto di maggiore impatto per la comunità cittadina sono: la presunta incompatibilità con l’assetto territoriale. Ovvero, il cospicuo aumento del traffico cittadino in un’area già problematica e il duplice impatto ambientale e paesaggistico. “Per quanto tempo – insiste il consigliere Bonaccorsi – saremo costretti a vedere queste inutili transenne, figlie di un progetto folle e miope, forse irrealizzabile?”. 

E aggiunge: “Abbiamo sempre ribadito l’utilità e la necessità di nuovi uffici giudiziari, ma in luoghi alternativi, più congrui e funzionali, soprattutto realizzati in tempi celeri, considerato anche il recente crollo del tetto in uno degli uffici di piazza Verga. Alternative ne abbiamo proposte diverse e in tutte le opportune sedi istituzionali. Attendiamo fiduciosi l’esito del ricorso – conclude – consapevoli di aver fatto il possibile, sul piano politico, giudiziario e mediatico, per bloccare quest’opera”.


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