Onorevole Cateno De Luca, ma lei contava davvero sulla scorta di quindici slip, in caso di dibattito lungo per la manovra?
“Sì, certamente, non mi faccio prendere di sorpresa. Sono un tipo organizzato”.
Cateno De Luca-Scateno, leader di ‘Sud chiama Nord’, è reduce dalla maratona della manovra ter, passata, sia pure con le ‘ferite’ dei franchi tiratori. I quindici slip sono tornati nel cassetto. Ora è il momento delle analisi.
Cosa è emerso, secondo lei?
“La fragilità della maggioranza, non ci sono dubbi, che, nel corpo a corpo, non riesce a reggere, per problemi interni. E la tracotanza dell’opposizione che ha puntato egoisticamente sul tanto peggio tanto meglio. Di fatto sono state rimandate soluzioni a questioni importanti, come quella dell’ormai famoso immobile di via Cordova”.
Ma lei dove si colloca, in questa dialettica?
“Sto per i cavoli miei in un quadro che vede un centrodestra che non supera i suoi guai, a causa di segmenti troppo smaliziati, e una opposizione che ha stabilito di rimanere tale e minoritaria per sempre. Io sono di un’altra idea”.
Quale?
“Il tempo di chi amministra deve essere speso per risolvere. Io faccio l’amministratore, lo so cosa vuol dire l’emergenza idrica, lo so che servono risorse. Alcuni, in quell’aula, non saprebbero nemmeno guidare un condominio. La vita nel Palazzo è surreale e non si accorge di quella reale”.
A proposito di amministrazione, lei ha sempre detto che a Palazzo d’Orleans, prima o poi…
“Sì, ci arriverò. Voglio concludere la mia carriera politica da presidente della Regione, ma sono pragmatico e valuto le distanze: da solo non posso. Quanti anni ci vorranno? Non lo so. Però, anche questo tempo voglio utilizzarlo per fare il bene della Sicilia. Non è semplice essere un lupo solitario”.
No?
“Mi prendo gli sputi della minoranza e le gelosie di qualcuno che sta nella maggioranza. Ci sarà una scomposizione che agevolerà il mio cammino? Lo vedremo. Intanto rivendichiamo la nostra libertà, non essendo organici a chicchessia. Con il presidente Schifani non c’è stata nessuna interlocuzione su questioni politiche specifiche. Siamo qui pronti a sostenere la politica costruttiva, con degli obiettivi. Ma non siamo stampelle di nessuno. Lo scriva chiaro”.
Che cosa?
“Cateno De Luca non è la stampella di nessuno, ripeto. Però, la manovra ter è passata grazie a me. Non siamo sciacalli e non cerchiamo strapuntini. Se il presidente Schifani ha dei problemi, come è evidente che li abbia, se li deve risolvere lui”.
D’accordo, lei ha più volte dichiarato di non stare né con la maggioranza né con l’opposizione, ma questa posizione può durare all’infinito?
“Io ho rivendicato, appunto, la mia libertà, ma arriva un momento in cui bisogna scegliere. E’ come in un matrimonio: per costruire qualcosa di stabile bisogna essere in due. E oggi è arrivato il momento delle scelte”.
Perché, secondo lei, c’è una sofferenza nella maggioranza?
“Non li conosco nel dettaglio, non so, nello specifico, le dinamiche. Forse si deve tornare ai patti e alle condizioni che hanno formato la coalizione, per capire se sono stati rispettati. Se Schifani ha mantenuto le regole d’ingaggio deve stanare coloro che sono nascosti nell’ombra per minare la stabilità del governo”.
Durante l’ultimo dibattito chi ha fatto meglio, secondo Cateno De Luca?
“Io, ovviamente, l’ho appena detto”.
E peggio?
“Direi che non ho visto grandi oratori scendere in campo per difendere i provvedimenti della maggioranza. Manca un regista d’aula e le crepe vistose si notano tutte”.
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