Da Castelvetrano a Palermo | Le scommesse di Cosa nostra - Live Sicilia

Da Castelvetrano a Palermo | Le scommesse di Cosa nostra

Francesco Guttadauro, Alessandro Alessi e Carlo Cattaneo

Carlo Cattaneo, arrestato ieri per concorso esterno, era in affari con alcuni boss palermitani

PALERMO – Da Castelvetrano a Palermo. Carlo Cattaneo, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nel blitz contro gli uomini di Matteo Messina Denaro, era riuscito ad espandere i suoi affari.

Dei siti della sua “17 Nero” si parlava in una conversazione fra Sergio Macaluso e Filippo Bonanno. Il primo, reggente del mandamento di Resuttana, da alcuni mesi è un collaboratore di giustizia. Macaluso diceva a Bonanno, insospettabile panettiere di viale Strasburgo: “Abbiamo il 17 Nero… questo di Castelvetrano… tannu ce lo ha promesso lui, sono amici di Castelvetrano”.

Le agenzia di Cattaneo sarebbero diventate il cuore del “pannello”, e cioè dei centri scommesse che, pagando la “protezione” di Cosa nostra e versando una quota ai boss, acquisivano il monopolio nel mandamento mafioso. Si trattava della stessa operazione che aveva garantito a Benedetto Bacchi, uno dei più grossi imprenditori del settore, pure arrestato alcuni mesi fa, di incrementare il giro di affari.

Il 13 febbraio Macaluso ha raccontato ai pm di Palermo che “i sistemi con cui Cosa nostra realizza l’accordo con i proprietari dei siti sono due. Secondo un primo modello, il proprietario del sito (Bacchi) doveva pagare 200 euro al mese per ogni punto scommesse della sua piattaforma (BET 28) che apriva nella città di Palermo”. Oppure, secondo modello, “Bacchi dava la possibilità al titolare dell’agenzia di gestire un proprio autonomo pannello virtuale. In questo caso noi mafiosi avevamo una percentuale sui guadagni, mentre Bacchi prendeva il resto della vincita. In sostanza era una forma di società”.

Quando, nel 2014, il rapporto tra Cosa nostra palermitana e Bacchi entrò in crisi – l’imprenditore non versava più la quota mensile ai boss – a Macaluso fu proposto di entrare in affari con “gente seria di Castelvetrano”. Gente che già lavorava con i rappresentanti di altri mandamenti mafiosi palermitani. Macaluso, però, preferì non tradire Bacchi nonostante del “17 Nero” gli avessero parlato bene Ludovico Scurato, braccio destro del boss di Porta Nuova Paolo Calcagno, e Alessandro Alessi di Pagliarelli.

Nelle informative sono finiti gli scatti dei pedinamenti di una stagione di incontri. A cominciare dal 2013 Francesco Guttadauro, nipote di Messina Denaro e gestore della cassa del clan alimentata dai siti di scommesse, è stato fotografato con Alessandro Alessi e Carlo Cattaneo. A Palermo sono state aperte diverse agenzie di scommesse su cui adesso si indaga.

 


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