Catturati 5 affiliati dei Santapaola | Blitz nell'hinterland etneo - Live Sicilia

Catturati 5 affiliati dei Santapaola | Blitz nell’hinterland etneo

I cinque erano stati arrestati lo scorso anno nella retata Fiori Bianchi. Su decisione del Riesame erano stati scarcerati: il Gup però li ha condannati in primo grado per mafia. Vista la pericolosità sociale il Pm ha richiesto una nuova ordinanza ed è stata accolta.

Fiori Bianchi
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I volti dei cinque arrestati: Lanzafame, Orlando, Vinciguera, Tringale e Santonocito

CATANIA – Duro colpo alla mafia militare dell’hinterland etneo, terreno di potere di Cosa nostra catanese. Cinque persone in carcere e una ancora ricercata: è il risultato di un’operazione scattata questa mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, a San Pietro Clarenza  e Aci Catena. Manette ai polsi di cinque affiliati del clan “Santapaola-Ercolano”: i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa da Gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. In cella sono finiti Alessandro Lanzafame, Matteo Orlando, Giuseppe Santonocito, Giuseppe Tringale e Gaetano Mario Vinciguerra. 

La retata trae spunto dall’operazione Fiori Bianchi, a febbraio dello scorso anno la Dda, attraverso una complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri, scoperchiò l’intero sistema e organigramma di Cosa Nostra, stilando anche una mappa precisa di alcuni gruppi criminali operanti nei quartieri cittadini (Monte Po, Villaggio Sant’Agata, Lineri, Picanello, Stazione, San Cristoforo, San Giovanni Galermo, Librino, Civita e Cibali) e anche in alcuni comuni della provincia (Paternò, Belpasso, Mascalucia, Santa Venerina, Acireale, Fiumefreddo e Riposto). Sotto l’egida della famiglia Santapaola-Ercolano queste piccole “famiglie” tenevano le redini degli affari criminali della cosca.

Due giorni fa, il Gup Anna Maggiore ha emesso la sentenza per gli imputati processati con il rito abbreviato ed hanno condannato i cinque arrestati di oggi a 8 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. I cinque, però, hanno affrontato il processo a piede libero in quanto scarcerati su ordinanza del Riesame: il Pm vista la condanna in primo grado e la pericolosità sociale e anche il pericolo di reiterazione della condotta criminale, ha chiesto al Gip una nuova misura cautelare, che è stata accolta.

Un sesto condannato al momento è ricercato.


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