"Che sarà del lavoro, chi lo sa?" | La protesta dei call center - Live Sicilia

“Che sarà del lavoro, chi lo sa?” | La protesta dei call center

Non solo Gesip. Sciopero dei lavoratori delle telecomunicazioni e dei precari dei call center a Palermo. Con uno slogan che mette preoccupazione.

MANIFESTAZIONE A PALERMO
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PALERMO- “Che sarà, che sarà, che sarà, che sarà del lavoro chi lo sa?” Questo lo slogan cantato dagli operatori precari delle telecomunicazioni che questa mattina hanno manifestato a Palermo, in un corteo che da piazza Politeama è giunto sino alla Prefettura. La giornata di sciopero nazionale è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil, hanno partecipato circa 400 lavoratori, a Palermo. Sono scesi in piazza i lavoratori dei call center e dei gestori di telefonia mobile, ma anche chi si occupa di manutenzione delle reti. Principali motivi della protesta sono il mancato rinnovo del contratto scaduto il 31 dicembre 2011, e il rispetto delle clausole occupazionali nel territorio.

“Stiamo manifestando per il mancato rinnovo del contratto scaduto un anno fa – dichiara Giovanni Gorgone, coordinatore regionale Ugl telecomunicazioni – vogliamo che si arresti questo processo di precariato a tempo indeterminato”. I precari chiedono all’Asstel, la società che rappresenta il settore delle telecomunicazioni, di riaprire la trattativa per il rinnovo del contratto che si è bloccata a dicembre dello scorso anno. I manifestanti contestano l’operato della suddetta società, che invece di aiutare i precari – a loro dire – rinnovando il contratto, li ha svantaggiati aggiungendo delle clausole. Tra queste maggiore rabbia suscitano sia quella di non vedere accreditati nello stipendio i primi tre giorni di malattia e quella di essere sempre reperibili ma senza pagamento di straordinario.

“Noi stiamo utilizzando questo sciopero per esprimere un malcontento che riguarda tutti i precari d’Italia e per fare riaprire il tavolo per il rinnovo del contratto” continua Giovanni Gorgone, “Come lavoratori vogliamo i nostri diritti. Vogliono addirittura inserire nel contratto una franchigia per i primi tre giorni di malattia, e richiedono sempre la nostra reperibilità senza sborsare un soldo in più. Queste sono di clausole che fanno sembrare questo contratto uno sfruttamento legalizzato”. Altri motivi di protesta riguardano l’esternalizzazione delle attività, l’aver introdotto norme per facilitare i licenziamenti, utilizzare i Rol e le ferie per la gestione dei flussi delle attività.

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