Ottant’anni, bolognese e sacerdote da 53 anni. È questo l’identikit di monsignor Alessandro Plotti, il prelato chiamato a traghettare la chiesa di Trapani nel dopo-Micciché: monsignor Plotti, nato a Bologna l’8 agosto 1932, è stato ordinato il 25 luglio 1959, dopo aver conseguito la Laurea in Teologia Dogmatica presso l’Università Gregoriana e in Teologia Pastorale all’Università Lateranense, ed è stato, fra gli altri incarichi arcivescovo di Pisa dal 1986 al 2008.
Prima della nomina alla guida dell’Arcidiocesi toscana, una lunga carriera nella Chiesa. Il primo incarico è arrivato nell’ottobre 1960, quando è stato nominato viceparroco della parrocchia romana dei Santi Urbano e Lorenzo a Prima Porta, incarico che ha mantenuto per un anno. Nel novembre del 1961, poi, è stato chiamato come assistente ecclesiastico degli studenti alla facoltà di Medicina e chirurgia all’università cattolica del Sacro cuore di Roma. Nel 1972 Plotti è diventato vicario economo della parrocchia di Santa Lucia, alla guida della quale è stato chiamato il 15 novembre dell’anno successivo. Nello stesso momento ha assunto anche l’incarico di prefetto della XXXII prefettura nel settore ovest del vicariato di Roma. Il 23 dicembre 1980 è stato eletto alla chiesa titolare di Vannida con l’ufficio di vescovo ausiliare di Roma, ricevendo la consacrazione episcopale il 6 gennaio 1981. Il 7 giugno 1986, infine, è stato promosso alla guida dell’arcidiocesi di Pisa e, da questi giorni, l’incarico di amministratore apostolico della Diocesi di Trapani.
