PALERMO – Il giudice del Tribunale di Palermo, Riccardo Trombetta, ha rigettato la richiesta di risarcimento danni per un milione di euro che il deputato regionale Riccardo Savona (Fi) aveva avanzato nel 2014 attraverso i suoi legali, Raffaele e Tommaso Della Valle, nei confronti del governatore Rosario Crocetta, difeso dagli avvocati Vincenzo Lo Re e Michele Romano. Il giudice ha condannato il deputato a pagare le spese processuali, 11.100 euro. Durante una convention organizzata dall’allora gruppo parlamentare dei Democratici e riformisti nell’ottobre del 2013, Crocetta, citando una famosa frase di Pio La Torre, aveva affermato: “In questa sala c’è qualcuno che non ci dovrebbe stare e che dovrebbe uscire immediatamente”. Per poi aggiungere: “Chi ha fatto affari con Nicastri, Matteo Messina Denaro e la mafia deve uscire immediatamente”.
Savona, che all’epoca faceva parte del gruppo parlamentare che sosteneva il governo, abbandonò la sala. Successivamente, il governatore specificò ai giornalisti che l’accusa era rivolta proprio nei confronti del parlamentare. Nelle motivazioni della sentenza si legge che “Crocetta utilizzando citazioni e modalità sensazionalistiche proprie di un palcoscenico politico e maggiormente in grado di trovare risonanza mediatica ha inteso esplicitare pubblicamente e proprio nell’ambito del congresso politico che lo appoggiava, la di lui indisponibilità al sostegno politico del movimento in ipotesi di permanenza di soggetti tacciati di rapporti d’affari con imprenditori ritenuti vicini alla mafia”.
Nella sentenza viene ricordato che Crocetta proprio nel giorno della convention aveva letto sul quotidiano ‘La Repubblica di Palermo’ un articolo su un’operazione della Dia nei confronti di Nicastri, in cui veniva citato Savona che con l’imprenditore avrebbe avuto in corso un’affare per la compravendita di un terreno. Per il giudice le espressioni di Crocetta “non presentano alcunché di criminoso o fuori misura per potersi qualificare come insulto anziché come palesamento del proprio marcato giudizio negativo sul persistente appoggio politico da parte di Savona” e che rientrano nel “diritto di critica politica e ciò a prescindere dalla effettiva veridicità o meno dell’accusa”. (ANSA).