E’ stata fissata per domani l’udienza preliminare a carico del notaio Vincenzo Ciancico accusato di falso truffa e peculato. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio e individuato ben 64 parti offese. Agli atti del procedimento a carico di Ciancico, che è stato anche presidente dell’ordine dei notai, ci sono cifre da capogiro, nomi che contano e un meccanismo che gli avrebbe consentito di intascare, attraverso un conto corrente creato ad hoc, 959milioni di euro versati dai clienti e destinati all’erario.
Per portare alla luce il “sistema Ciancico”, la tributaria catanese guidata da Giancarlo Franzese è scesa in campo con il capitano Luigi De Gregorio, esperto di riciclaggio internazionale. In pratica, secondo le ipotesi del pm Barbara Tiziana Laudani che ha lavorarato a stretto contatto con i finanzieri, il notaio avrebbe creato un doppio binario di liquidazione delle tasse grazie alla redazione di due atti differenti per ciascuna transazione. La copia destinata al cliente conteneva importi elevati di imposte che finivano in un conto corrente cointestato con la moglie del notaio; l’atto che era destinato all’Agenzia delle Entrate veniva falsificato inserendo importi molto bassi giustificati da esenzioni e agevolazioni fiscali.
Dal momento della conclusione delle indagini preliminari culminata con gli arresti domiciliari di Ciancico, la macchina investigativa non si è fermata tanto che nel giro di pochi mesi sono state individuate e sentite per sommarie informazioni 64 parti offese che hanno versato al notaio quasi un milione di euro in meno di due anni. Di questo fiume di denaro, secondo le indagini della finanza, all’erario non sarebbe stato versato un solo euro da Ciancico. Domani l’udienza preliminare, Ciancico è assistito dall’avvocato Giovanni Grasso che in passato si è detto “soddisfatto” per la scarcerazione dai domiciliari del suo assistito. Domiciliari trascorsi nella monumentale villa con piscina olimpionica alle falde dell’Etna.