TRAPANI – “Ciao Fabio, cieli blu. Vola sempre più in alto, adesso sei un eroe tra gli angeli”. Queste le ultime parole di mamma Marilena davanti alla bara del figlio Fabio, il capitano dell’Aeronautica Altruda morto nella tragedia di Birgi, nel giorno dei funerali. In una Cattedrale di Trapani gremita, la madre del pilota ha raccontato con forza e orgoglio del figlio e dei suoi primi passi nel mondo militare con l’iscrizione alla Scuola della Nunziatella (“ce lo cheise lui, noi non sapevamo cosa fosse”), ma anche di quella triste notte passata al telefono con l’aeroporto di Trapani per sapere se il pilota disperso fosse il suo Fabio.
I FUNERALI DI ALTRUDA, L’USCITA DEL FERETRO DALLA CATTEDRALE – VIDEO
“L’Eurofighter era il tuo mondo…”
“Il suo sorriso emanava positività – ha raccontato la donna -. Era sempre in giro per il mondo, sia per divertimento che per lavoro. L’Eurofighter era il tuo mondo – ancora mamma Marilena rivolgendosi idealmente al figlio – e se quello che è successo era segnato nel tuo destino sia fatta la sua volontà, anche se è amara. Per tutti noi adesso, con il tuo altruismo, ti chiediamo di darci tutta la forza di cui abbiamo bisogno in questo momento”.
“Fabio, martirizzato come Gesù”
E ancora: “Avevi 33 anni, gli anni di Gesù… lui martirizzato in croce e tu nel tuo abitacolo”. La donna, che ha ringraziato per i messaggi di vicinanza ricevuti in questi giorni, ha parlato del figlio descrivendolo come “un ragazzo umile, intelligente, ambizioso e determinato. Per questo – ha aggiunto – è arrivato dove tanti esaltati e tanti ‘figli di papà’ non sono stati capaci di arrivare. Era maturo e altruista”.
“Quella notte al telefono con Birgi…”
Dalla voce della madre del capitano Altruda anche il racconto di quella notte buia: “Davanti alle prime notizie l’ho chiamato ma il suo telefono era spento. A quel punto ho iniziato a telefonare all’aeroporto di Trapani: ‘per favore ditemi se il pilota disperso è mio figlio’, ho detto. Una voce mi ha detto che non era autorizzata a dare risposte ma che mi avrebbe fatto contattare. Alla terza telefonata mi hanno detto che si trattava di Fabio e che stavano facendo il possibile per trovarlo”. E infine: “Stampa e tv hanno parlato di Lui considerandolo un eroe. Ma lui svolgeva il suo lavoro con umiltà e passione, non gli piaceva apparire. Era una persona molto umile”.