PALERMO – Una ventina di clienti citati negli atti giudiziari e chissà quanti non svelati. Sono gli stessi pubblici ministeri di Palermo e gli investigatori della Squadra mobile ad avere ristretto il campo di azione.
Bisognava indicare gli episodi più significativi e che meglio di altri fotografavano le condotte per presentare al giudice per le indagini preliminari Fabrizio Molinari la richiesta di arresto dei sedici indagati del blitz di ieri sul giro di cocaina. A firmarla i pm Maurizio Agnello e Amelia Luise.
Gli altri nomi venuti a galla nel corso delle indagini sono confluiti in un’informativa finita sul tavolo dei magistrati. Adesso in Procura dovranno valutare l’opportunità di un eventuale approfondimento investigativo. Al momento vengono definiti “potenziali acquirenti di cocaina” e si aggiungono alle novecento persone già emerse nell’indagine della settimana scorsa, quando furono cinque i pusher arrestati dai poliziotti.
L’elenco fotografa le proporzioni preoccupanti di un fenomeno sociale, ma non è detto che serva a fini investigativi. A meno che non comprenda anche persone che non sono solo clienti.
Una sfilza di nomi rappresentativi di tutte le classi sociali. Molti avvocati, ma anche politici, imprenditori, liberi professionisti e studenti. C’è anche un giornalista e qualcuno che lavora alla Corte dei Conti. La cocaina non è più solo la droga dei ricchi.