CATANIA – Due anni di reclusione, pena sospesa, per Salvatore Troia, Antonino Cavallaro e Francesco Gubernale: rispettivamente presidente e componenti della commissione giudicatrice del concorso interno al Comune di Catania per 89 posti di “istruttore direttivo”.
Condanne sentenziate nella giornata di oggi dal giudice monocratico del tribunale di Catania.
Il quadro disegnato dai magistrati, svelato con una videoinchiesta di Antonio Condorelli per Sudpress nel 2010 è impietoso: quel concorso indetto nel 2004 era stato truccato. Un’accusa pesantissima. Moralmente devastante anche per l’immagine stessa di Palazzo degli Elefanti.
I dipendenti avevano presentato ricorso al Tar: numerosi, in seguito ai raggiri, erano stati esclusi dagli esami orali dopo gli scritti.
Dal sequestro delle prove scritte sono emerse le gravissime incongruenze e falsificazioni che hanno portato alla sentenza di oggi: tra le carte gli inquirenti scoprirono correzioni raffazzonate con voti che passavano d’improvviso da 7 a 10 oppure da 5 a 8. Sfacciato anche il modo col quale un candidato venne ammesso alla prova orale: aveva ottenuto 24 punti quando il minimo richiesto era di 28. Da questa storiaccia escono assolti l’allora direttore del personale Carmelo Reale, poiché non faceva parte della commissione giudicante; assolto anche uno dei vincitori del concorso, Salvatore Nicosia. Per gli imputati il Procuratore aggiunto, Marisa Scavo aveva chiesto condanne comprese tra un anno e 8 mesi e un anno e 10 mesi di reclusione.

