PALERMO – “Uno lo piazzi tu e uno lo piazzo io”, dicevano i due “baroni” finiti sotto inchiesta per i concorsi truccati al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo.
Da una parte Gaspare Gulotta ex direttore del dipartimento di Chirurgia e dall’altra il suo successore Mario Adelfio Latteri. Il primo è finito agli arresti domiciliari mentre per il secondo è stata disposta l’interdizione per un anno dall’esercizio della professione.
Ai domicilia anche la figlia di Gulotta, Eliana, in servizio all’ospedale Civico. L’arresto disposto dal gip riguarda la presunta falsificazione di un referto che fu allegato nella querela contro l’ex marito, finito per questo “ingiustamente sotto inchiesta”.
Le interdizioni per un anno, invece, scaturiscono dai capi di incolpazione provvisoria legati ai concorsi. Sono state disposte, oltre che nei confronti di Mario Adelfio Latteri, anche di Ludovico Docimo (ordinario dell’Università Vanvitelli di Napoli e direttore dell’undicesima Divisione di Chirurgia generale e del’obesità al Policlinico di Palermo) Giuseppe Maria Navarra (direttore dell’Unità operativa di Chirurgia oncologica del Policlinico di Messina), Leonardo Gulotta (medico), Giuseppe Salamone (medico), Antonino Agrusa (medico), Giuseppe Di Buono (medico), Vittorio Altomare (ordinario di Senologia al Policlinico di Roma), Roberto Coppola (ordinario e direttore della Chirurgia generale del Policlinico Campus Bio-medico di Roma), Giuseppina Campisi (ordinario e direttore del dipartimento Discipline chirurgiche e oncologiche dell’Università di Palermo), Pio Sciacca (infermiere).
Averebbero avuto un ruolo, anche come commissari di esame, nel meccanismo messo in atto per controllare i concorsi.