PALERMO – Dopo mesi di studio per poter raggiungere un punteggio abbastanza alto per conquistare un posto nella scuola siciliana, arriva una doccia vera fredda per i futuri vincitori del concorso a cattedra: nell’effettivo, non esistono tutti i posti messi a concorso dal bando del ministero dell’Istruzione. Saranno pochissimi i fortunati ad essere assunti a settembre: a livello nazionale da 7.351, il numero di coloro che entreranno di ruolo dal 1° settembre 2013 si riduce sensibilmente, con 2.032 idonei bloccati per almeno un anno, con il rischio che la graduatoria decada.
I posti assegnati alla scuola siciliana per le immissioni in ruolo in tutto sono 587: 63 per la scuola dell’infanzia, 31 per la primaria, 216 per la scuola media, 196 per la scuola superiore più 78 posti riservati agli insegnanti di sostegno e 3 riservati agli educatori degli istituti in regime di convitto. Questo numero però andrà diviso al 50 e 50 tra i vincitori e i precari che già da anni si trovano nel limbo delle graduatorie provinciali. Il concorso è stato progettato dal ministero dell’Istruzione sotto la guida del ministro Profumo e si inserisce in un quadro di certo non confortante: a fronte delle nuove assunzioni che verranno dilazione in una decina di anni, la riforma delle pensioni ha contribuito a creare un esubero di docenti nelle scuole siciliani, con molti professori in procinto di andare in pensione costretti a lavorare per raggiungere l’età limite.
I potenziali vincitori del concorsone in Sicilia quest’anno uniti a coloro che hanno vinto negli anni passati sono in totale 1.194 ma solo 207 potrebbero ottenere la cattedra nel 2013. “Siamo dinanzi a numeri ridicoli che coinvolgono i vincitori del concorso e i precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento”, tuona l’Usb sicilia, che continua: “Palese inoltre, come da noi sempre denunciato, la truffa rappresentata da un Concorso a cattedre per posti inesistenti, capace ancora una volta di umiliare i lavoratori della scuola”. Altro dato da tenere d’occhio è poi il notevole calo della popolazione scolastica, con la chiara conseguenza della non-necessità di avere nuove cattedre.