Condannati i soldati di Nizza |Tre assolti per estorsione - Live Sicilia

Condannati i soldati di Nizza |Tre assolti per estorsione

Il verdetto della prima sezione penale della Corte d'Appello.

CATANIA – Si chiude il secondo capitolo giudiziario del processo (stralcio abbreviato) che vede alla sbarra alcuni fiancheggiatori di Andrea Nizza, boss santapaoliano di Librino. Giovanni Cavallaro, Franco Magrì, Giuseppe Montegrande, Giovanni Privitera e Danilo Scordino  erano stati arrestati a gennaio del 2015 dopo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Davide Seminara e dell’ex uomo d’onore Fabrizio Nizza. Gli imputati (tranne Montegrande) sono accusati di associazione mafiosa. Tutti e cinque invece erano finiti davanti ai giudici per l’estorsione ai danni dell’imprenditore Nunzio Susinna, che sarebbe stato costretto a cedere al capomafia di Librino la propria villa di Mascalucia e sarebbe anche pestato durante un raid punitivo.

La Corte d’Appello di Catania ha confermato la sentenza per Danilo Scordino che era stato condannato a otto anni di reclusione dal Gup Daniela Monaco Crea. Condanna confermata ma pena rideterminata a tre anni e 4 mesi con 4800 euro di multa invece per Giuseppe Montegrande.

Il collegio presieduto dal Giudice Sebastiano Migneni ha assolto dall’accusa di estorsione e lesioni ai danni dell’imprenditore Giovanni Cavallaro, Francesco Magrì e Giovanni Privitera. La Corte ha per i tre rideterminato la pena a 8 anni e 8 mesi per Cavallaro e Privitera (10 anni in primo grado) e a sette anni per Magrì (Il Gup lo aveva condannato a 8 anni e 8 mesi).

Gli imputati, difesi dagli avvocati Francesco Maria Marchese, Salvo Pace, Rosario Arena e Andrea Gianninò, avevano impugnato la sentenza di primo grado e ricorso in appello evidenziando anche la decisione del Tribunale del Riesame che già in fase cautelare aveva escluso la sussistenza della ipotesi estortiva e sul punto i difensori avevano criticato le motivazioni della sentenza del Gup.

La Corte d’Appello ha infine condannato Scordino e Montegrande a rifondare le spese legali alle parti civili: l’imprenditore Susinna, l’associazione ASAAE, il Comune di Catania e il Comune di Mascalucia.

 

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