Confiscata la Geotrans degli Ercolano |Sigilli a beni e aziende per 10 milioni di euro - Live Sicilia

Confiscata la Geotrans degli Ercolano |Sigilli a beni e aziende per 10 milioni di euro

Di LAURA DISTEFANO - Il provvedimento, proposto dal direttore della Dia, Arturo De Felice, ed emesso dal Tribunale su richiesta della Dda della Procura etnea, riguarda la Geotrans, società nazionale di trasporti su gomma, e la Geotrans logistica frost.

Dia e Carabinieri del Ros
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CATANIA – Schiacciati nella loro linfa vitale: nel loro potere economico finanziario e imprenditoriale. Crolla un pezzo dell’impero societario del Clan Ercolano. Il Tribunale di Catania, sezione Misure di Prevenzione di Catania, ha disposto il sequestro e la confisca di primo grado di un gruppo di imprese riconducibili alla famiglia che con i Santapaola da decenni dirige cosa nostra catanese. Il provvedimento è stato emesso a seguito della proposta del direttore della Dia, Arturo De Felice ed è stato eseguito nei vari depositi da ufficiali Direzione Investigativa Antimafia e dai  Carabinieri del Ros.

Posti i sigilli della magistratura alla Geotrans S.r.l., formalmente e “fittiziamente” intestata a Vincenzo Ercolano Vincenzo e a sua sorella Ercolano Cosima Palma Ercolano. La società, leader nel settore degli autotrasporti e della logistica, è riconducibile al padre, deceduto nel 2012, Pippo Ercolano. La Geotrans, da oggi amministrata dallo Stato, ha un  capitale sociale di 110.000 euro, con un parco mezzi di  oltre 120 veicoli, con un turnover che supera i 5 milioni di euro l’anno e un organigramma di circa 30 dipendenti.

La confisca di primo grado, come sottolineato in conferenza stampa dal Procuratore Giovanni Salvi, è spiccata nei confronti di Pippo Ercolano e non dei figli (che allo stato non sono indagati). Questo perché il nuovo codice antimafia permette di emettere provvedimenti di misura reale anche nei confronti dei soggetti defunti e agire, dunque, nei confronti degli eredi quando esistono – come in questo caso – gravi e sussistenti elementi che provano l’accumulo illecito del patrimonio societario.

L’inchiesta prende il via dalla scoperta, attraverso il blitz Sud Pontino, di un sodalizio mafioso tra gli Ercolano e la criminalità organizzata campana per il controllo del settore dei trasporti nella zona di Fondi. In particolare era emerso che era stato stretto un accordo criminale tra esponenti dei Casalesi e dei Mallardo di Giuliano (Napoli), che sanciva che la gestione della logistica per il trasporto da e per la Sicilia doveva essere effettuata dalle società dirette dagli Ercolano di Catania. Da queste scattarono analisi bancarie che hanno permesso di tracciare la forza finanziaria del Clan.

Oltre alla Geotrans, il gruppo di imprese destinatarie del provvedimento del Tribunale comprende anche la Geotrans Logistica Frost che si occupa, con uno stabilimento particolarmente all’avanguardia, di deposito di surgelati per la Sicilia Orientale. Il suo capitale sociale ammonta a 110.000 euro. Il valore del patrimonio sociale confiscato è stato stimato dagli inquirenti per un importo superiore ai dieci milioni di euro.

Evidenziando che il quadro probatorio gira alla figura apicale di Pippo Giuseppe Ercolano , uomo d’onore e cugino e cognato di Santapaola Benedetto, capomafia indiscusso di cosa nostra catanese. Il boss ha retto le fila della famiglia per un periodo attraverso il figlio Aldo, oggi condannato all’ergastolo.  Il ruolo di Pippo Ercolano Giuseppe è delineato dalla sentenza di condanna definitiva Orsa Maggiore, mentre la sua permanenza nei ruoli di vertice è dimostrata dalla maxi inchiesta Iblis condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri. Pippo Ercolano è stato fotografato e intercettato mentre si incontrava con altri boss dei Santapaola per trattare affari economici illeciti, tra cui l’infiltrazione mafiosa per la realizzazione del parco commerciale La Tenutella, oggi Centro Sicilia, e gli affari illeciti legati al controllo  dei trasporti nel territorio di Palagonia. Pippo Ercolano delega – secondo gli inquirenti – Enzo Aiello a mettere a posto le tensioni che si erano create con i clan che operavano nel calatino.

Già in passato a Giuseppe Ercolano Giuseppe erano stati confiscati, in via definitiva, diversi beni e la società di trasporti Avimec. Il boss, emerge dalle risultanze investigative, era riuscito a mantenere il controllo del settore dei “bisonti” in Sicilia intestando la Geotrans ai figli Enzo e Cosima (al momento non risultano indagati in questo procedimento). Hanno implementato il quadro probatori anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Santo La Causa, reggente dei Santapaola,  e Gaetano D’Aquino, vertice della cosca contrapposta dei Cappello, e Carmelo Barbieri, uomo di onore della famiglia mafiosa di Caltanissetta, i quali hanno dato precise indicazioni in merito alle attività illecite controllate dallo “zio Pippo”.

 



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