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“Conflitti” per il centro direzionale, Leclercq: “Totale correttezza”

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22 Luglio 2021, 12:49

3 min di lettura

PALERMO – Nuovo capitolo del progetto per la realizzazione del centro direzionale regionale. Dopo lo stop, lo studio Leclercq mette nero su bianco le proprie ragioni.

Il progetto

Sono rare le attività della Regione Siciliana a restare immuni da impasse e polemiche. L’ultimo stallo è quello dei lavori del Centro direzionale regionale, quello definito dal presidente della Regione Nello Musumeci “la più grande opera pubblica, nel settore dell’edilizia, mai varata in Italia”. Un progetto da 424 milioni di euro che, accorpando gli uffici regionali in un unico sito avrebbe portato a un risparmio di 25 milioni di euro sugli affitti degli immobili che ospitano assessorati e dipartimenti regionali.

Lo stallo e le contestazioni



Tutto fermo, perché l’Avvocatura dello Stato ha suggerito alla Regione di valutare l’esclusione del vincitore, il raggruppamento guidato da Tekne spa, a causa di conflitti di interesse che non avrebbe segnalato. Il conflitto sarebbe stato tra lo studio francese Francois Leclercq (che partecipa con la Tekne) e l’ingegnere Marc Mimram, che è stato il presidente della giuria aggiudicatrice dei lavori di progettazione del centro direzionale. Lo studio Leclercq da parte sua ribatte di non essere incorso in alcun conflitto d’interesse e, anzi, di essere pronto a rivolgersi ai giudici qualora venisse confermata la sua esclusione dal bando internazionale.

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Il caso mediatico



Il progetto per il mega centro della pubblica amministrazione è stato presentato nel marzo scorso, ma già a metà aprile il caso è finito all’attenzione della stampa e in Assemblea regionale con un’interrogazione del Partito Democratico al governo della Regione. Leclercq e Mimram, è l’accusa, avevano intrattenuto rapporti professionali tra di loro che rientrano nella casistica dei conflitti di interesse che causano poi l’esclusione dal bando di gara.
A maggio la Regione ha bloccato l’iter di aggiudicazione per in controlli del caso e ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato che nella risposta non ha rilevato conflitti di interesse e ha autorizzato il prosieguo dell’iter. Nei primi giorni di giugno però nuovi elementi hanno portato il RUP regionale (Responsabile Unico del Procedimento) a chiedere un nuovo parere all’Avvocatura. Questa volta i togati che difendono la pubblica amministrazione consigliano di bloccare la gara e profilano l’esclusione del primo, del secondo e del quarto classificato, perché avrebbero fornito dichiarazioni non veritiere (su eventuali rapporti con i componenti della giuria).
Si tratterebbe quindi di tutti i raggruppamenti con al loro interno grandi studi internazionali che hanno collaborato con Mimram, “una pratica abituale”, come la definisce la nota degli architetti francesi

La risposta di Leclerq



Il 5 luglio la Leclercq ha risposto alle nuove contestazioni: rileva come i rapporti contestati siano lontani nel tempo (anche 13 anni fa) e che i due professionisti (Leclercq e Mimram) hanno sì partecipato ai lavori contestati in modo congiunto, ma senza vincolo lavorativo o economico tra di loro, “ciascuno eseguendo i propri lotti di lavoro”, come chiariscono nella lettera . L’azienda specifica che “i due studi avrebbero preso parte a progetti di grandi dimensioni senza vincoli professionali e/o economici tra di loro e di natura meramente occasionale”.
Ma la ragione principale per chiedere la conferma dell’aggiudicazione viene indicata secondo Leclerq da una attenta lettura del bando. Fra le cause di esclusione ci sarebbe infatti il fatto di essere “partner abituali di affari e di progetto” dei membri della giuria. Ma gli architetti spiegano che i progetti che li vedono coinvolti non configurano rapporti abituali di collaborazione. Come scrivono nella replica alla Regione, “Stiamo parlando di un periodo di 8 anni, durante il quale lo studio Leclercq Associés ha partecipato a centinaia di gare e incarichi di progettazione per ognuno di questi anni. Il fatto che in tre di questi fosse coinvolto anche l’architetto Mimram non lo rende certo un partner abituale”.
L’azienda conclude ricordando quali potranno essere le ripercussioni, sottolineando che lo studio si riserva “ogni azione a tutela in tutte le sedi competenti, anche ai fini risarcitori”. L’esclusione dello studio vincitore porterebbe quindi con sé uno strascico legale destinato a durare e potenzialmente a pesare anche sulle tasche dei siciliani.
L’impidimentu sarà un giovamentu o finirà in tasca ai siciliani? La palla passa alla Regione Siciliana di Nello Musumeci, che ora è chiamata ad esprimersi in modo definitivo sull’esclusione o meno del raggruppamento dello studio di progettazione francese.

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22 Luglio 2021, 12:49

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