CATANIA – La delibera che doveva essere approvata è stata liquidata in pochi minuti (18 voti favorevoli, astenuto il presidente Giuseppe Castiglione per un problema col tesserino delle presenze). Il resto del tempo il Consiglio comunale di Catania lo ha usato per parlare di rifiuti: dalle assunzioni del consorzio Gema per il lotto Centro all’aumento della Tari che dovrebbe andare al voto entro la prossima settimana.
La delibera sull’illuminazione pubblica
Partendo dalla fine: l’aula consiliare approva l’adesione alla convenzione Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione) per la gestione e la manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione. Un “punto oscuro di questa amministrazione”, come lo definisce l’assessore alle Manutenzioni Giuseppe Arcidiacono, presente a Palazzo degli elefanti per illustrare la delibera urgente. “Non solo risparmieremo – prosegue Arcidiacono – ma col passaggio alla società Enel Sole potremo fare fronte non solo alle manutenzioni ordinarie”. In altri termini, dice l’assessore, le strade al buio così tristemente familiari ai catanesi in questi mesi dovrebbero essere solo un ricordo.
Con venti presenti e venti voti favorevoli, la delibera viene approvata. A questo punto, però, tocca alla seconda votazione, collegata alla prima: l’immediata esecutività, per permettere all’amministrazione di agire da subito per aderire alla convenzione Consip. E qui in Consiglio succede qualcosa di inedito: la votazione comincia e si conclude. Ma i presenti risultano essere 18, uno in meno rispetto al numero legale necessario perché il voto sia valido. In effetti, in appena pochi minuti, qualche consigliere era già andato via. Ma la mancanza del numero legale su un voto tecnico, peraltro necessario, è inaspettata.
Il pasticcio del numero legale
Il presidente del Consiglio Giuseppe Castiglione si guarda attorno, fa i conti. Chi manca? La seduta, però, dopo un voto saltato deve essere rinviata. Che si fa? Dall’elenco dei votanti, Castiglione scopre che, oltre agli assenti, manca proprio lui. “Colleghi, risulto assente, non ho votato. Ma io ci sono, lo vedete”. Dietro agli scranni della presidenza partono i consulti. I consiglieri comunali che si avviano all’uscita vengono richiamati dentro. Una nuova votazione non sembra praticabile, anche perché qualcun altro riesce ad andare via e il numero legale è sempre più distante.
All’improvviso la seduta si riapre e Luca Sangiorgio interviene chiedendo il prelievo di alcuni punti dall’ordine del giorno, per evitare la trattazione della celeberrima determina sul nuovo regolamento per l’installazione dei chioschi. “Ma che è successo?”, domanda un assessore che pure lui fatica a districarsi nella faccenda. Castiglione chiarisce al microfono poco dopo: “L’immediata esecutività è stata approvata con 18 voti favorevoli e un astenuto, il mio, perché c’è stato un problema tecnico per cui non ero stato registrato, ma non era possibile che io fossi assente, visto che ero presente”. Se non fosse stata una votazione tecnica, si sarebbero sprecate pagine e pagine di polemiche dell’opposizione sulla regolarità di quanto accaduto. Il numero legale manca poco dopo, sulla proposta di Sangiorgio.
L’aumento Tari e il pullman per Palermo
Per tutta la seduta, però, di illuminazione non si era parlato quasi per nulla. Un unico accenno era arrivato dall’autonomista Salvo Di Salvo, in punta di metafora: “Catania è come la si vede – dice – È al buio, spenta”. Il grande argomento della serata, però, lo introduce all’inizio il capogruppo di Grande Catania Sebastiano Anastasi: l’immondizia, in varie declinazioni. La prima è la delibera sull’aumento della Tari, scongiurata qualche settimana fa ma adesso incombente sui lavori dell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti. Il senato cittadino aveva chiesto a gran voce l’intervento del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci per salvare il capoluogo etneo dall’aumento del 18 per cento della tassa sui rifiuti. “L’incontro che doveva esserci non ci è ancora stato – sottolinea Anastasi – Doveva svolgersi tra venerdì e lunedì e non è avvenuto. Da Palermo non arrivano notizie, invece arriva di nuovo la delibera dell’aumento”.
Luca Sangiorgio, capogruppo dei pogliesiani, coglie la palla al balzo e torna sull’argomento: “Organizziamo un pullman, andiamo a Palermo subito”, propone. E dal pubblico una donna domanda: “Vogliono fare la gita?”. Qualcuno sorride, Sangiorgio va avanti: “Sarebbe stato importante coinvolgere anche Roma, ma da stasera (ieri sera, ndr) un governo nazionale con cui parlare non c’è più”. Per i consiglieri comunali, da prospettive diverse in base all’appartenenza partitica (o di area), il problema dell’aumento Tari diventa insormontabile senza l’intervento della politica. Senza, cioè, che si attivino i sistemi di relazioni e interlocuzioni.
Per Daniele Bottino, Diventerà bellissima, è l’amministrazione comunale che deve “sollecitare l’amministrazione regionale”. Ricordando che, poi, le lacrime le piangeranno i catanesi: “In queste condizioni, ahimè, non la vedo bene”, sottolinea Bottino. Riferendosi all’annunciato voto contrario all’aumento della tariffa da parte di quasi tutte le forze consiliari. Il voto, insomma, è una sconfitta annunciata e stavolta il senato cittadino preferisce affogare piuttosto che bere un calice troppo amaro.
“Presidente Castiglione – risolve la questione Giuseppe Gelsomino, Prima l’Italia – lo chiami lei il presidente della Regione. Perché il sindaco Roberto Bonaccorsi di Catania se ne frega. Lui vive a Giarre, gli interessano solo i conti”. L’attacco è durissimo e ne seguono altri. Sempre a tema immondizia, ma stavolta sul fronte occupazionale.
Le assunzioni al consorzio Gema
Da quando, pochi giorni fa, la Cgil ha segnalato con preoccupazione il mancato rispetto degli accordi presi un anno fa dal consorzio Gema con i sindacati, il tema è saltato anche agli occhi dei consiglieri comunali. Coscienti che l’appalto dell’immondizia debba essere un sorvegliato speciale. “Il mancato rispetto del bacino prefettizio per le assunzioni mi inquieta”, sottolinea Anastasi. E Gelsomino aggiunge: “Bisogna accendere un faro enorme sul consorzio Gema – conclude – Lo annuncio adesso: chiederò i nomi e i cognomi degli assunti, bisogna vederci chiaro”.