PALERMO – “Li vogliono i due milioni… e allora contrattualizzino le persone che noi vogliamo”, così, racconta un testimone, avrebbe detto Anna Rosa Corsello.
Aprile scorso. È nell’ufficio dell’allora dirigente generale della Formazione professionale che si svolge l’incontro decisivo. La Corsello ha voluto un faccia a faccia con Anna Gammaldi, manager del Formez, l’ente nazionale che si occupa dell’assistenza tecnica per la Formazione professionale. In ballo c’è un’integrazione del contratto che vale due milioni di euro. Nella stanza sono presenti Domenico Giubilaro, funzionario dell’assessorato, e Pasqua Gramasi, responsabile per il Formez del “Progetto Sicilia”.
La Corsello tira fuori un foglio di carta intestata della Regione con sei nomi scritti a mano. Sono tutti dirigenti a tempo determinato ai quali è scaduto il contratto: Gianliborio Marrone, Corrado Castello, Alessandro Ravidà, Calogero Boccadutri, Eva Faraci, Settimio Cantone. Così Giubilaro, testimone decisivo dell’inchiesta, racconta le fasi della consegna: “ (la Corsello, ndr)… pregò (Anna Caterina Gammaldi, ndr) di fare tutto il possibile cercando di raggiungere il risultato… chiese subito di contrattualizzare sette dirigenti esterni della Regione (in realtà nell’elenco ci sono sei nomi, ndr) consegnando alla Gammaldi un foglio contenente i nominativi e sostenendo che l’input su tutti proveniva anche dal presidente Crocetta e dalla dottoressa Monterosso”.
Sarà la stessa Gammaldi a spiegare ai finanzieri della Tributaria che “la Corsello non mi intimò la contrattualizzazione bensì me la propose calorosamente… con frasi del tipo ‘ma sono bravi… competenti’…”.
L’incontro è l’epilogo della trattativa, preceduto dalla richiesta che la Corsello avrebbe rivolto a Giubilaro per “perorare presso i dirigenti Formez l’assunzione di taluni dirigenti”. Al rifiuto di Giubilaro l’ex dirigente della Formazione, oggi capo dipartimento al Lavoro, gli avrebbe proposto di organizzare l’incontro. Non solo, racconta sempre Giubilaro, la Corsello gli avrebbe pure chiesto di rinviare la firma della convenzione in modo da sfruttare la mancata stipula come forma di pressione: “… mi telefonò dicendomi che i 5 Stelle avevano paralizzato la proroga dei contratti dei dirigenti e che, d’accordo con Crocetta e la Monterosso, occorreva fare assumere tali persone”.
La convenzione fu poi firmata. Nessuno dei dirigenti, però, è passato nel libro paga del Formez, solo la Faraci, sottolineano gli investigatori, “è stata in effetti assunta da Cogea poco dopo tale incontro”. Cogea è un’altra società che si occupa di assistenza tecnica.
“Vi sono gravi indizi che la Corsello – scrive il gip Giovanni Francolini – con coscienza e volontà abbia sollecitato la promessa se non la effettiva dazione di utilità per esercitare la propria funzione pubblica”. Da qui l’accusa di istigazione alla corruzione. Ecco perché il giudice ha accolto la richiesta del procuratore Francesco lL Voi, dell’aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto Luca Battinieri. Una richiesta che già nell’immediatezza dell’incontro di aprile prevedeva anche il divieto di dimora. Oggi alla Corsello è stata applicata la sospensione cautelare dall’incarico per sei mesi perché, sottolinea il gip, “un comportamento così apertamente in violazione del pubblico interesse denuncia l’elevata probabilità che Anna Rosa Corsello, se non venisse a lei applicata una misura cautelare, ben potrebbe continuare ad agire contra legem, ponendo in essere condotte analoghe che potrebbero pure condurre al perfezionamento di un accordo corruttivo”.