11 Marzo 2014, 11:16
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MESSINA- I militari della Guardia di Finanza di Messina hanno segnalato alla Corte dei Conti un presunto danno erariale di 47 milioni di euro per l’inchiesta sui cosiddetti “Corsi d’oro”. Il danno ammonterebbe a 47 milioni di euro. A seguito degli esiti delle indagini penali, le Fiamme Gialle peloritane avrebbero accertato che i centri di formazione professionale oggetto delle attività investigative, A.N.Co.L., A.R.A.M. e L.U.Me.N. ONLUS di Messina, attraverso lo schermo di società appositamente create e i cui amministratori erano legati ai responsabili degli enti da vincoli di parentela o di fiducia riuscivano a documentare spese relative al noleggio di attrezzature, ai servizi di pulizia dei locali e agli affitti degli immobili in cui venivano svolti i corsi di formazione, a prezzi notevolmente superiori a quelli di mercato, così distraendo a proprio vantaggio i fondi loro destinati dalla Regione.
“A causa di tale illecita condotta è venuto meno – si legge nel comunicato stampa – il requisito della ‘non lucratività’ degli enti e, di conseguenza, la loro legittimazione a vedersi accreditati i fondi destinati alle attività di formazione”. Per tali motivi i finanzieri hanno segnalato alla Corte dei Conti un danno erariale a carico dell’A.R.A.M., per aver percepito indebitamente finanziamenti per circa Euro 27.150.000,00 e della L.U.Me.N., per aver percepito indebitamente finanziamenti per circa euro 3.100.000,00. Nei confronti di entrambi gli enti è stata richiesta l’adozione della misura cautelare del sequestro conservativo, così da garantire la solvibilità nei confronti dell’erario.
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11 Marzo 2014, 11:16