Uno studio condotto dal Massachusetts General Brigham Hospital di Boston evidenzia che i bambini nati da madri contagiate dal Covid-19 durante la gravidanza potrebbero presentare una maggiore probabilità di sviluppare disturbi dello sviluppo nei primi tre anni di vita, tra cui ritardi del linguaggio, difficoltà motorie e disturbi dello spettro autistico.
La ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata “Obstetrics & Gynecology”, ha messo in luce un legame tra l’infezione in gravidanza e il rischio di alterazioni neurologiche precoci nei bimbi. L’indagine si è basata sull’analisi di 18.124 coppie madre-figlio nate nel periodo di picco della pandemia, tra marzo 2020 e maggio 2021.
Covid in gravidanza, maggior rischio di autismo: lo studio
Dei 861 bambini le cui mamme avevano contratto il virus durante la gestazione, 140 (pari al 16,3%) hanno ricevuto una diagnosi di disturbo dello sviluppo neurologico entro i tre anni, contro i 1.680 casi (9,7%) osservati tra i 17.263 bambini nati da madri risultate negative.
Dopo l’aggiustamento per variabili confondenti, l’infezione da Sars-CoV-2 è risultata associata a un incremento del 29% nella probabilità di sviluppare problemi neuroevolutivi, con un rischio più elevato nei casi in cui il contagio è avvenuto durante il terzo trimestre di gravidanza.
L’importanza di prevenire l’infezione da Covid
“Questi risultati dicono che il Covid-19, come del resto altre infezioni in gravidanza, può rappresentare un rischio non solo per la madre, ma anche per lo sviluppo cerebrale del feto”, ha dichiarato Andrea Edlow, autore senior dello studio e specialista in Medicina materno-fetale dell’ospedale di Boston.
“Questo riscontro conferma l’importanza di cercare di prevenire l’infezione da Covid-19 durante la gestazione – ha aggiunto – ed è di particolare importanza in un momento in cui la fiducia del pubblico nei vaccini, incluso quello contro il Covid-19, sta venendo meno”.
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