Covid, non cammina più dopo il vaccino: indennizzo a una 52enne

Covid, non cammina più dopo il vaccino: indennizzo a una 52enne

Il nesso di causa è stato riconosciuto dal tribunale civile di Asti

Nuovo caso di indennizzo per danni permanenti riconducibili al vaccino anti-Covid. Dopo i provvedimenti emessi nei mesi scorsi a favore di tre donne — una 67enne di Terni a marzo, una 60enne di La Spezia ad aprile e una 70enne di Pescara a luglio — anche una 52enne di Alba (Cuneo) ha ottenuto il riconoscimento del nesso di causa tra la vaccinazione e una grave patologia neurologica che le ha compromesso la capacità di deambulare.

A stabilirlo è stato il tribunale civile di Asti con sentenza di primo grado. L’esito della causa è stato reso noto dagli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone, Chiara Ghibaudo e Stefania Gianfreda, dello studio torinese Ambrosio & Commodo, che hanno assistito la donna.

Il ministero della Salute, che in sede amministrativa aveva respinto la richiesta di indennizzo, è stato condannato a riconoscere il legame causale. Nel corso del procedimento, il giudice ha incaricato due consulenti tecnici, Agostino Maiello e Stefano Zacà, i quali hanno confermato la correlazione tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza della malattia.

Covid, paralizzata dopo il vaccino: a quanto ammonta indennizzo

L’indennizzo — non un risarcimento, ma un sostegno economico previsto dalla normativa — ammonta a circa 3mila euro mensili, erogati ogni due mesi. La donna, titolare di una tabaccheria, ha sviluppato mielite trasversa dopo la somministrazione del vaccino Comirnaty (Pfizer-Biontech) nell’aprile 2021. I primi sintomi si sarebbero manifestati poco dopo la seconda dose.

Il quadro clinico si è aggravato nel febbraio 2022, quando la paziente è stata ricoverata all’ospedale di Orbassano (Torino) con una diagnosi di “sospetta mielite di natura infiammatoria”. Nella lettera di dimissioni, datata 17 febbraio, il medico curante ha annotato: “Non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico”. Lì è partita la richiesta di indennizzo, poi sfociata nel contenzioso con il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), rappresentati dall’Avvocatura dello Stato.

“I consulenti tecnici – ha spiegato Stefano Bertone – sono professionisti terzi e imparziali, e hanno concluso per un nesso di causa molto forte fra l’evento e il danno grave subito”. “I danni fisici permanenti patiti sono davvero gravi – ha aggiunto Chiara Ghibaudo – basti pensare che la signora non deambula più da sola. L’indennizzo erogato dallo Stato le permetterà di far fronte ad almeno una piccola quota di sofferenza”.

“La relazione tra vaccini e mielite trasversa è possibile”

Secondo quanto riportato nella sentenza, la vicinanza temporale tra la vaccinazione e la comparsa dei sintomi è stata considerata un elemento chiave nel riconoscimento del nesso causale.
Nel provvedimento datato 26 settembre, il tribunale cita inoltre i dati del database Aifa, che documenta 593 casi di mielite trasversa segnalati dopo la vaccinazione fino al 2022, di cui 280 collegati a vaccini a mRna.

“Sono stati individuati casi isolati in cui il vaccino con virus inattivo e i vaccini di base di mRna hanno provocato sindromi acute di demielinizzazione del midollo spinale, come la sclerosi multipla e la neuromielite ottica”, ha fatto sapere Bertone.

Lo stesso legale ha ricordato infine che, secondo un comunicato dell’European Medicine Agency, “il comitato ha esaminato le informazioni disponibili sui casi segnalati a livello globale e, alla luce della letteratura scientifica, ha concluso che la relazione causale tra i vaccini e la mielite trasversa è almeno ragionevolmente possibile”.
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