PALERMO – L’unico dato certo è che i soldi arrivarono. Regolarmente bonificati sul conto corrente di Riparte Sicilia, il nuovo movimento fondato dal presidente della Regione Rosario Crocetta che da ieri è ufficialmente indagato per concorso in corruzione. I soldi, cinquemila euro, sono stati versati da Ettore Morace, imprenditore della Ustica Lines da ieri in manette.
Secondo la Procura di Palermo e i carabinieri dei Comandi provinciali del capoluogo siciliano e di Trapani non si sarebbe trattato di un finanziamento elettorale, ma del prezzo della corruzione. In cambio di quei soldi, infatti, Crocetta avrebbe fatto in modo che il contratto di servizio della Ustica Lines per i collegamenti navali con le isole minori venisse prolungato.
In che modo si sarebbe attivato il governatore? Questo è il punto cruciale delle indagini. Un punto di cui nulla ancora si sa. Non c’è traccia, infatti, di questo capitolo investigativo nelle carte finora rese pubbliche e cioè quelle dell’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri dal giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta. Nelle carte si parla solo di un invito da parte di Morace a Crocetta per una gita in barca. Gita che peraltro saltò per un guasto improvviso all’imbarcazione. Lo stesso Morace raccontava senza sapere di essere intercettato di avere pagato un albergo al governatore per un soggiorno sull’isola di Filicudi. Si tratta di episodi spia dei rapporti fra Morace e il governatore, ma che di certo non possono bastare a fare scattare una ipotesi di concorso in corruzione. C’è molto di più. E sono gli atti finora riservati su cui si concentrano le valutazioni degli investigatori.
