PALERMO – L’obiettivo, a questo punto, è quello di sbloccare i circa 500 milioni vincolati nel Fondo per i residui attivi. Rosario Crocetta ha individuato questa strada per provare a garantire il finanziamento delle tante poste in bilancio cancellate dall’impugnativa del Commissario dello Stato. Una manovra che dovrà però ricevere una “copertura istituzionale”. Sia lo Stato, insomma, spiega il governatore, ad appoggiare la decisione di scongelare buona parte di quei soldi, finiti automaticamente nel Fondo per gli equilibri di bilancio.
“Il governo nazionale – spiega oggi Crocetta, giunto a Palazzo dei Normanni per la discussione della riforma sulle Province – aveva espresso parere positivo sul nostro bilancio. E non può chiederci di cancellare, in un sol colpo, tutti i residui attivi. Visto che nemmeno lo Stato opera in questo modo per i propri”. E anche questo tema sarà finito probabilmente al centro del colloquio che oggi l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi ha tenuto col ministro degli Affari regionali Delrio.
Intanto, però, sul tappeto restano diverse emergenze. Da quelle meno preoccupanti, in fondo, riguardanti i ritardati pagamenti degli stipendi dei regionali, a quelle più urgenti legate alla cancellazione dei capitoli di bilancio destinati a migliaia di lavoratori siciliani.
Gli stipendi dei regionali
“Non c’è alcun pericolo – ha detto Crocetta – per lo stipendio degli impiegati alle dirette dipendenze della Regione. Subito dopo la pubblicazione della finanziaria, saranno immediatamente pagati. Nessun fondo è stato tagliato dal Commissario per tali lavoratori. Chiediamo pazienza, ma bisogna verificare bene tutto. E’ questione di qualche giorno. I ritardi – prosegue il governatore – non sono la conseguenza di mancate entrate a copertura delle spese, ma frutto della decisione tecnica del Commissario di volere velocemente riformare il fondo rischi per i residui attivi – aggiunge Crocetta – Il governo regionale negli ultimi due anni ha operato risparmi diretti alla diminuzione di spesa per 2 miliardi 800 milioni, finalizzati a coprire il buco di bilancio del 2012 effettuato dal precedente governo, lavorando alla ricostituzione del fondo e alla realizzazione di un bilancio che non prevedesse entrate fittizie producendo disavanzo nuovo. Il bilancio 2014 tende a disavanzo zero ed è questa la prova del buon governo e della buona gestione dei fondi”.
Gli altri lavoratori
Come detto, il governo adesso tenterà di sbloccare le somme congelate nel Fondo sui residui attivi. “Come fare a recuperare i soldi destinati ai lavoratori, ai teatri, agli enti? Non dobbiamo recuperarli – spiega Crocetta – perché quei soldi ci sono già. Sono in quel Fondo. Non ci possono chiedere di tenerli fermi, quando invece servono a garantire il futuro di tante categorie e importanti interventi. Il Commissario pretende che noi paghiamo tutte le spese necessarie per rimpinguare quel fondo rischi distrutto in passato senza mai alcuna impugnativa da parte del Commissario medesimo. Non voglio però polemizzare col Commissario – prosegue – va ripreso il dialogo, ma continuare a dire che la manovra era errata, magari da forze politiche o singoli deputati che hanno avallato il dissesto del passato, è ipocrita. Noi ci batteremo e siamo sicuri che il governo nazionale capirà perché si faccia un’azione progressiva di risanamento che consenta di ripristinare il fondo residui, ma senza massacro sociale e garantendo alla Sicilia il diritto alla vita”.
Il governatore repliche alle critiche
“Sono veramente scandalizzato dai discorsi di quelli che, in altri contesti molto antichi, sarebbero stati definiti ‘sepolcri imbiancati’. Sono esattamente coloro che hanno condiviso e sostenuto la responsabilità che ha portato ai disavanzi di bilancio, e oggi vorrebbero fare una lezioncina morale o improvvisarsi economisti super raffinati. Il fondo sui residui attivi è stato distrutto dai precedenti governi, lo ripetiamo”. Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, difendendo la sua giunta. “Quei bilanci disastrosi hanno avuto l’approvazione da parte dell’Assemblea e hanno passato tutti i controlli di legittimità – prosegue – La manovra 2014 presentata dal governo, è una manovra rigorosissima che taglia ulteriori 400 milioni di euro di sprechi. La scure dei tagli si è abbattuta sulle spese che non avevano refluenze sul bilancio, parliamo di Ircac, Crias e altro. In pratica si è tolto ossigeno alle imprese”.
Per Crocetta “il nostro bilancio è assolutamente in equilibrio, non è stato, infatti, impugnato l’art. 4 relativo alle entrate. Il Commissario ritiene che tutte le entrate debbano servire a ripristinare il fondo distrutto dai precedenti governi – aggiunge – E’ come chiedere a una famiglia che ha accumulato tanti debiti, di rinunciare anche ai soldi per pagare luce, acqua, gas e alimenti, per pagare tutti i debiti del passato. E’ ovvio che i debiti del passato possono essere pagati in modo progressivo, spalmandoli su più esercizi, altrimenti si affoga”.
“Sento alcuni che dicono che si poteva proporre l’esercizio provvisorio. Così al disastro dei posti di lavoro già a rischio, si sarebbero aggiunti anche i 18.000 precari che venivano cacciati perché la legge nazionale imponeva la previsione di spesa e risparmio triennale che non poteva essere effettuata con il bilancio provvisorio. Altra affermazione demagogica. Altri ancora affermano ‘troppe spese caricate’ – aggiunge – Questi soloni della finanza che avrebbero tagliato? I fondi per i teatri? L’assistenza per i ciechi? per i disabili? per i banchi alimentari? I fondi per le Asi? Per i consorzi di bonifica? Demagogia pura e se mi si consente, assenza totale di competenza su tecniche finanziarie. La manovra del governo è corretta”.
Dalle Province a Orlando
Stamattina Crocetta ha partecipato alla riunione della Commissione affari istituzionali sulla riforma delle Province. Approvati gli articoli che riguardano le Città metropolitane, ma accantonati quelli sul numero e la formazione dei liberi Consorzi. La maggioranza sarebbe intenzionata a mantenere l’impostazione del presidente della Commissione Antonello Cracolici: nove Consorzi, corrispondenti alle attuali Province, e tre città metropolitane. Ma sul punto, Crocetta nonostante parli di una “coalizione molto coesa che ha compiuto passi avanti notevoli”, non pare d’accordo: “Non si può fissare un limite massimo nel numero dei Consorzi. Lo Statuto non lo prevede. E del resto, sono ‘liberi Consorzi’ proprio perché possono nascere da libere aggregazioni. Ma certamente – precisa Crocetta – questo non vuol dire che ne sorgeranno decine: non è così semplice infatti far nascere uno di questi enti”. La norma dovrà giungere in Aula il 6 febbraio e dovrà essere approvata entro il 15. Altrimenti, si tornerebbe alle urne. Infine, una battuta sull’elezione alla presidenza dell’Anci di Leoluca Orlando: “Gli faccio i miei migliori auguri. Lo incontrerò nei prossimi giorni”.