CATANIA – Un riconoscimento alla carriera di un ottimo professionista catanese. Filippo Di Mulo, responsabile del settore velocità della nazionale di atletica leggera e tecnico del CUS Catania, ha ricevuto comunicazione ufficiale dalla Fidal (la Federazione nazionale di atletica leggera) che gli ha conferito il diploma d’onore di allenatore benemerito. Un titolo che, nel settore velocità per esempio, era stato assegnato, prima di Filippo Di Mulo, a personaggi del calibro di Carlo Vittori, l’allenatore di Mennea.
Di Mulo dunque, con pieno merito, nel gotha dei grandi “maestri” dell’atletica leggera italiana. Un riconoscimento che appartiene a pochissimi tecnici perché, per raggiungerlo, sono necessari requisiti molto stringenti. Solo per nominarne alcuni: allenare atleti che hanno partecipato a manifestazioni internazionali come Olimpiadi, Mondiali, Europei; aver guidato atleti andati in medaglia nelle competizioni citate, in campo assoluto e juniores; aver prodotto negli anni pubblicazioni relative alle metodologie e alle tecniche di allenamento; avere alle spalle almeno otto anni da responsabile di un settore nazionale. Vette altissime che non possono non far parte del palmares per essere dichiarato “allenatore benemerito”. Sono step che Filippo Di Mulo aveva raggiunto da tempo, ma per essere insignito del riconoscimento era necessaria una proposta in seno al Consiglio nazionale.
L’INTERVISTA
La proposta è arrivata lo scorso 27 novembre. Poi ci sono stati i tempi di ratifica e infine, nei giorni scorsi, la comunicazione al diretto interessato che commenta ovviamente soddisfatto: “Sono molto contento. È una gratificazione per la mia carriera, per uno sport che amo e a cui ho dedicato praticamente tutta la vita, prima come atleta e poi come tecnico. È un riconoscimento che, per certi versi, mi fa entrare nella storia nazionale oltre che nelle statistiche dell’atletica. Era un mio obiettivo – prosegue Di Mulo – e sono semplicemente soddisfatto di averlo centrato, anche grazie ai risultati, come i record nazionali battuti con le staffette. Non sono il tipo che sbandiera un risultato, tenevo a raggiungerlo per me stesso e ringrazio la Federazione. Ora, continuo a lavorare, perché alla fine è quello che conta, ma posso godermi il traguardo e pensare a nuovi risultati da raggiungere con gli atleti e le atlete che ho il compito e l’onore di guidare”.