CATANIA – “La vedevamo 20 giorni l’anno, era sempre in giro per il mondo per il suo lavoro”. Così un vicino di casa parla di Adele Puglisi, 54 anni, manager per il controllo della qualità per la Artsana, tra le vittime della strage di Dacca. Non era sposata e non aveva figli. Abitava in un antico palazzo di una stretta via nello storico rione del Fortino a Catania, dove sarebbe dovuta ritornare nei prossimi giorni. Accanto alla sua c’è la casa di suo fratello, che vive però a Punta Secca, la frazione di Santa Croce di Camerina, nel Ragusano, diventata famosa perché tra le location del ‘Commissario Montalbano’. Nel Palazzo non c’è un citofono e i cognomi quasi illeggibili sono scritti su una tavoletta di legno.”Era una donna riservata e cortese – afferma affacciato da un balcone un dirimpettaio – la conoscevo da anni, ma qui c’era sempre poco: stava alcuni giorni e poi ripartiva, era sempre impegnata all’estero per lavoro”.
Aggiornamento 15.35 La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell’attacco terroristico di questa notte a Dacca sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.
C’è quindi anche una siciliana tra le vittime dell’attentato terroristico a Dacca: si tratta di Adele Puglisi, catanese d’origine, imprenditrice del settore tessile è stato rilanciato anche da alcuni quotidiani nazionali.
Questi i primi nomi delle vittime italiana dell’attentato in Bangladesh:
Nadia Benedetti, imprenditrice tessile, di Viterbo; Cristian Rossi, di 47 anni, manager, di Feletto Umberto (Ud) Marco Tondat, imprenditore tessile, di Cordovado (Pordenone); Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania; Claudia D’Antona, di Torino; Simona Monte, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti).
Le vittime italiane sono nove, secondo quanto si apprende dall’agenzia Ansa.
Aggiornamento 13.00 Almeno venti civili, la maggior parte dei quali italiani e giapponesi, sono stati uccisi dal commando terrorista che ha assaltato ieri sera un bar-ristorante a Dacca in Bangladesh. Lo riferisce una fonte dell’esercito dopo il blitz delle forze speciali che ha messo fine all’attacco. Nel locale, come ha confermato la Farnesina, c’erano 11 connazionali ma uno è riuscito a fuggire. I fondamentalisti avrebbero risparmiato solo chi sapeva recitare versi del Corano, gli altri sarebbero stati sgozzati. Renzi, che è rimasto oltre un’ora in riunione col ministro degli esteri Gentiloni, ha annunciato notizie ufficiali dopo che saranno avvertite le famiglie ma ha ribadito, ‘l’italia non arretra di fronte al terrore’.
Aggiornamento 11.30 Secondo le autorità del Bangladesh sarebbero stati uccisi tutti i 20 ostaggi rimasti all’interno del bar. Tra questi, molti italiani.
Aggiornamento 10.15 Probabile la presenza di italiani tra le vittime. Lo si apprende alla Farnesina
Aggiornamento 9.00 Ore di angoscia per la sorte degli italiani che si trovavano ieri sera nel bar-ristorante di Dacca preso d’assalto da un commando di terroristi islamici, e liberato questa mattina grazie a un blitz delle forze speciali. Il premier Hasina ha riferito che un terrorista, ferito, è stato arrestato. I media parlano di sei morti e di 18 ostaggi salvati, alcuni feriti, quattro di loro sarebbero stranieri. Le fonti ufficiali indicano finora solo la morte di due poliziotti e altre fonti riportano la presenza di almeno 5 cadaveri ma nulla si sa dei nostri connazionali che, come riferito da un testimone che si è messo in salvo, occupavano ‘numerosi’ un tavolo del locale.
Aggiornamento 8.15. Come previsto è scattato all’alba il blitz che ha visto impegnati un centinaio di agenti che hanno portato in salvo 12 ostaggi. L’azione sarebbe ancora in corso. Ancora nessuna informazione sui sette ostaggi italiani.
Potrebbe scattare all’alba ora locale a Dacca (fra le tre e le quattro del mattino di sabato in Italia) il blitz delle forze speciali nel locale dove terroristi islamici tengono decine di persone in ostaggio, fra le quali sette italiani. Lo riportano alcuni media internazionali. “Vogliamo risolvere questa situazione pacificamente – ha detto ai media il capo delle teste di cuoio bengalesi, il Battaglione di azione rapida, Benazir Ahmed -. Cerchiamo di parlare con gli assalitori, vogliamo sentire da loro cosa vogliono. La nostra priorità è salvare le vite delle persone intrappolate all’interno”. Ahmed non ha detto quante persone sono tenute in ostaggio. Secondo indiscrezioni, sarebbero dai 20 ai 60. Un altro ufficiale bengalese ha riferito che i tentativi di avviare un negoziato non hanno dato risultati.
Sette italiani sono tra le decine di ostaggi – tra i 20 e i 60 – presi da un commando jihadista che ha assaltato ieri pomeriggio un popolare caffé nella zona diplomatica della capitale Dacca. L’ansia è forte, anche per il rischio di eventuali vittime durante un possibile blitz, tanto che il premier Matteo Renzi è rientrato a Palazzo Chigi per seguire la vicenda, in contatto con la Farnesina. E’ stato l’ambasciatore italiano a Dacca, Mario Palma, a chiarire al TG1 il numero degli italiani coinvolti dopo che per tutto il pomeriggio e la serata di ieri si erano rincorse voci sul numero e la nazionalità di morti – almeno due tra gli agenti – e decine di feriti, 11 in gravi condizioni.
Secondo il diplomatico, da parte degli assalitori “non c’è alcuna volontà di negoziare alcunchè” perché si tratta di una “missione suicida” e “vogliono attuare un’azione molto forte e cruenta in cui non c’è spazio per il negoziato”. Gli ostaggi italiani sono imprenditori e commercianti del settore dell’abbigliamento, ha precisato l’ambasciatore spiegando che ad allertare la sede diplomatica è stato un connazionale che era nel gruppo di italiani e che al momento dell’assalto era uscito nel giardino del locale per fare delle telefonate. Ora lui, ha riferito ancora l’ambasciatore, “è stato tirato fuori”.

