PALERMO – Cinque mesi da capogruppo. Giusto il tempo per finire sotto inchiesta come i suoi predecessori. Nicola D’Agostino, ex capogruppo del Mpa, risponde ai pubblici ministeri che indagano sulle spese “pazze” dell’Ars.
A proposito di predecessori: Francesco Musotto, pure lui indagato, gli assegnò 26 mila euro – 1500 euro al mese – che D’Agostino cataloga alla voce “compenso da vice capogruppo”. E gli stipendi “di troppo”che avrebbe pagato ai dipendenti?: “C’erano già, prima che arrivassi”, si è difeso l’attuale deputato regionale passato nel frattempo all’Udc.
Una spiegazione ha fornito pure sugli oltre 24 mila euro spesi per l’affitto e la manutenzione della sede regionale del Movimento per l’autonomia di via Libertà, a Palermo. D’Agostino era convinto, e i pm sembrano credergli, che fosse di pertinenza del gruppo parlamentare. E così quando i finanzieri gli hanno mostrato il contratto che dimostra che il gruppo dell’Ars nulla c’entrava con quei locali, D’Agostino ha ammesso di essere sorpreso. Buona fede?
Fuori dalla stanza dei pm Luca Battinieri e Maurizio Agnello, D’Agostino si dice “sereno perché ritengo di avere chiarito tutto, ma preferisco non rilasciare dichiarazioni per rispetto della magistratura. E’ certo, però, che sono stato capogruppo per soli cinque mesi e ho pagato stipendi per personale i cui contratti esistevano già prima che arrivassi io”. Infine, rivendica la scelta di rispondere ai pm: “Sono pronto a fornire ogni chiarimento, questo ogni volta decidessero di convocarmi”.