CATANIA – Dal 29 luglio 1999 sono passati 24 anni. Il tempo necessario perché il parcheggio scambiatore tra Aci Castello e Catania arrivasse all’approvazione amministrativa del progetto esecutivo e, quindi, a qualche possibilità di vedere la luce. Da progetto, si tratta di 13.500 metri quadrati per oltre 300 posti auto, e una nuova strada che collegherà via Teseo direttamente con la nazionale (la strada statale 114). Nei giorni scorsi la giunta comunale del capoluogo etneo ha approvato il quadro economico: dieci milioni di euro, dei quali poco meno di sette costituiranno la base d’asta su cui poggerà la gara d’appalto.
Dal 1999 al 2023
Ma è nelle premesse alla delibera che si ricostruisce la storia di un’opera di cui, ciclicamente, si torna a parlare. Ventiquattro anni fa, nel 1999, il Consiglio comunale di Catania approva il Piano urbano dei parcheggi. Di lì a poco, nemmeno un anno, a prendere in mano il dossier dei parcheggi è il sindaco del capoluogo etneo che al traffico e ai poteri speciali conferitigli dal governo nazionale per risolvere “l’emergenza” ha legato indissolubilmente il suo nome: Umberto Scapagnini, con il suo braccio destro Tuccio D’Urso.
Di parcheggi scambiatori, che avrebbero dovuto essere capaci di alleggerire il traffico e favorire la mobilità sostenibile tramite i mezzi pubblici, avrebbero dovuto nascerne tredici. Tra i quali, appunto, quello denominato Aci Castello, a due passi dall’ospedale Cannizzaro e dal confine tra il territorio municipale etneo e quello del paese dei Malavoglia. Per realizzarlo, però, servono soldi. E, col passare del tempo e il mutare delle amministrazioni, anche i progetti dei parcheggi (interrati e non) sembrano perdere di priorità.
I fondi della Regione Siciliana
Nel 2018 la Regione Siciliana si ritrova a disposizione fondi compatibili con il parcheggio Aci Castello. L’assessorato alle Infrastrutture mette sul piatto quasi 91 milioni di euro per Palermo, Catania e Messina e la loro mobilità cittadina. Per il capoluogo etneo ci sono oltre 23 milioni di euro. Palazzo degli elefanti ripensa al progetto castellese e lo candida. Nel 2019, gli vengono attribuite le risorse economiche: dieci milioni di euro per il parcheggio Aci Castello, cinque per quello di via Narciso, otto milioni e mezzo per piazzale Raffaello Sanzio. Soldi necessari a “favorire il decongestionamento dei centri urbani”.
Nel parcheggio Aci Castello è prevista “un’area attrezzata a parcheggio per la sosta di autoveicoli, motoveicoli e biciclette, con Terminal bus pubblico e minibus a trazione elettrica (previsti i collegamenti con la struttura ospedaliera Cannizzaro, e con il lungomare sino al Comune di Aci Castello), con centro servizi, pensiline per l’attesa, aree a verde e colonnine per la ricarica dei veicoli a trazione elettrica”, si legge nel provvedimento conclusivo stilato dal Genio civile della Regione Siciliana, all’inizio dell’estate 2019. Ci saranno 323 posti auto (otto per diversamente abili, dieci dotati di colonne per ricarica elettrica), 22 posti moto, 12 posti autobus e 74 stalli per la sosta delle biciclette.
Nessun project financing
Quando il progetto definitivo viene votato dalla giunta comunale di Catania, nel 2019, si precisa che per Aci Castello non sono previsti ulteriori finanziamenti, “né stanziamenti di bilancio o concorso di capitali privati”. In altri termini: nessun project financing.
Nel 2023 il parcheggio scambiatore Aci Castello rientra nel piano triennale delle opere pubbliche adottato dal commissario straordinario Piero Mattei, poco prima delle elezioni amministrative. Sei mesi dopo, sul tavolo della giunta guidata dal sindaco eletto Enrico Trantino, è arrivato il progetto definitivo per l’approvazione, dopo l’aggiornamento dei costi per via del nuovo prezziario regionale 2022. Il sì di primo cittadino e assessori è un altro passo. Ma per l’apertura del cantiere si supererà agevolmente il quarto di secolo di attesa.