”C’è un no secco della Regione Sicilia alla realizzazione di un progetto che prevede tre piattaforme e tre pozzi di metano nel Canale di Sicilia”. Lo ha ribadito l’assessore all’Ambiente, Giovanni Roberto Di Mauro. La posizione del Governo Lombardo è stata ampiamente sostenuta a Roma anche dall’architetto Vera Greco, componente della commissione nazionale per Valutazione dell’impatto ambientale, in rappresentanza della Regione Sicilia. ”In una regione come la Sicilia – ha spiegato l’assessore – per la quale il mare rappresenta una delle attrattive turistiche fondamentali, è ragionevole considerare che l’installazione di numerose piattaforme off-shore, con il conseguente impatto paesaggistico sull’orizzonte marino e le potenziali ricadute in termini di inquinamento da fuoriuscite di gas metano, porterebbero benefici praticamente nulli per la collettività e per il comparto dell’industria, della pesca e del terziario turistico avanzato, mentre altissimi potrebbero risultare i potenziali costi relativi alla sostenibilita’ economica. Costi per infrastrutture private con risorse regionali ed europee”. La posizione del Governo siciliano e’ stata ribadita dall’architetto Vera Greco che ha sottolineato di avere ”consegnato la copia della delibera alla Commissione nazionale tecnica. A fronte di notevoli investimenti pubblici, e nessuno mi ha dato durante la riunione elementi sui costi – ha aggiunto – il gioco non vale la candela. Non puo’ pagare la Sicilia per allineare l’Italia all’Europa. Non ci sono giacimenti tali da giustificare investimenti e rischi. Nei prossimi giorni mi incontrero’ con i tecnici della Regione Sicilia per studiare nuove iniziative da intraprendere”.
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