PALERMO – La prima volta è sempre un particolare, e non potrà essere altrimenti per chi la vivrà dalla panchina anzichè da bordocampo. Roberto De Zerbi ha terminato la sua prima conferenza stampa pre-gara da allenatore del Palermo, in vista del match di domani sera contro il Napoli. Una partita che il mister bresciano non è riuscito a preparare nel migliore dei modi, vista la partenza di diversi giocatori convocati dalle rispettive Nazionali: “È stata una settimana particolare, comunque ieri abbiamo fatto una doppia seduta perchè avevo quasi tutti i giocatori nuovamente a disposizione, mancavano solo Gonzalez e Posavec. Non ho fatto grandi stravolgimenti perchè non c’è stato il tempo. Domani scenderemo in campo con l’intenzione di fare una buona partita, vogliamo dare l’impressione di avere un’organizzazione di gioco e di coprire bene il campo. Dovremo essere umili perchè affronteremo una grande squadra, ma non possiamo non essere coraggiosi e spingerci ad andare oltre”.
“Però dovremo essere anche molto intelligenti – prosegue De Zerbi, battendo sullo stesso tasto – , non è mai una buona idea buttarsi di testa dal quinto piano. È certamente questo il pericolo più grande, specialmente in questo momento”. Il mister ha fatto capire che l’essere inferiori al Napoli non indurrà i suoi ragazzi a stare sulla difensiva: “In questa partita l’aspetto mentale conterà più di ogni altra cosa, sulla carta il Napoli è superiore ma non sempre i valori in campo vengono rispettati. Dovremo avere fame e nessuna paura, voglio che in campo i ragazzi si aiutino a vicenda. Non vedo punti deboli nel Napoli. È vero, hanno subito già quattro gol ma non vuol dire avere dei punti deboli. Dovremo mantenere equilibrio tra i reparti e avere il giusto impegno sul piano mentale”.
De Zerbi è poi passato al commento sui singoli, partendo da un Bruno Henrique non in perfette condizioni: “Ieri ha saltato l’allenamento per un fastidio muscolare, sa giocare sotto pressione ma è difficile ambientarsi in meno di due settimane. In più abbiamo Gazzi che è una sicurezza, so ciò che può dare e toccherà a me trovare la sistemazione giusta in campo, sia a lui che a Bruno. Si può fare di tutto con i propri giocatori, ma devo farli stare bene in campo. L’equilibrio si trova indipendentemente da quanti difensori schiererò. Non parlerò di come schiererò la squadra, sicuramente non ho la bacchetta magica e avrò bisogno di tempo, ma non per questo mi creo degli alibi perchè non mi piace piangermi addosso. Penso sempre positivo, laddove saremo carenti sul piano tattico dirò ai ragazzi di mettere tutto quello che hanno”.
Si è parlato della posizione di Alessandro Diamanti nel tridente del Palermo. De Zerbi liquida questa ed altre questioni così: “Può giocare in tutte le posizioni, dovrà usare la testa e cercare di dosare le energie, ho bisogno di lui più vicino possibile alla porta per andare al tiro. Sallai? Ha tantissimo talento, deve imparare velocemente a dialogare con i compagni e a stare bene in campo, così da poter sfruttare questo talento in favore della squadra. La difesa? Gonzalez per me è un titolarissimo, so che ha giocato in Nazionale ma non so quali siano le sue condizioni fisiche. Rajkovic invece potrà darmi tante variabili sul piano tattico e diverse soluzioni di gioco. Vitiello lo vedo meglio da terzino che da centrale, anche se le sue caratteristiche sono diverse rispetto a Rispoli e Morganella. Anche per lui valuterò l’occasione giusta per sfruttarlo”.
Chiusura dedicata a Maurizio Sarri, il suo collega che siederà – lui sì – in panchina domani sera. Sono parole importanti, quelle che il mister rosanero ha speso per il suo omologo in azzurro: “Per me Sarri è un punto di riferimento, sono orgoglioso del fatto che lui rappresenti al meglio la categoria degli allenatori italiani, sta facendo qualcosa di diverso dal normale semplicemente applicando le proprie idee. A me non piace copiare nessuno, voglio sempre portare avanti una mia idea, sia in panchina che a livello di gestione di un gruppo. Il Napoli di Sarri lo conoscono tutti, potrei pensare a come bloccarlo ma preferisco a far giocare i ragazzi secondo una mia idea, e non pensando a come bloccare l’avversario”.