CATANIA – In caduta libera. La raccolta differenziata a Catania, stando ai dati dell’Ufficio speciale della presidenza della Regione siciliana, non solo non cresce, ma diminuisce in modo netto, arrivando nel settembre 2017 – ultimo dato inserito sul sito dell’Ufficio speciale, ad appena il 9,92 per cento. Un dato in leggerissimo aumento rispetto al mese precedente, quando la percentuale era 8,1, ma che resta bassissima, nonostante l’avvio e l’aumento delle zone in cui viene effettuato il porta a porta.
Un problema, quello delle percentuali basse, che non decollano. Affatto. E che relegano la realtà della città nelle zone basse della classifica generale di tutti i Comuni siciliani. Un elenco di 330 enti locali che non lascia spazio a dubbi. In cui Catania occupa la 240esima posizione. Preceduta da quasi tutte le altre province siciliane: Caltanissetta, il capoluogo più riciclone, al 201esimo posto, seguito da Messina, al 208esimo, da Ragusa, che occupa il posto 210, da Palermo, all 213esimo, e Trapani, al 217esimo. Chiude la classifica Siracusa, unico capoluogo a fare peggio di Catania (Enna non è inserita nell’elenco per l’assenza di alcuni dati).
Insomma, tutti o quasi fanno meglio della città del Liotro, anche se, a ben guardare, i Comuni che superano il 50 per cento della raccolta differenziata sono prevalentemente piccoli, con pochi abitanti. Eppure, si nota il miglioramento delle performance non appena è stato avviato il servizio porta a porta. Ad Aci Castello, ad esempio. Qui, il sistema è partito a marzo, e il cambiamento è più che evidente: dal 17 per cento di marzo al 72,15% di settembre. Lo stesso, stando ai numeri, accade a Acireale, dove all’inizio dell’anno in corso la percentuale era poco sopra l’1% per arrivare, alla fine dell’estate, a superare il 35 per cento.
Invece, a Catania, non si è verificato alcun miglioramento nonostante l’avvio del porta a porta in zone sempre più ampie, ed abitate. Il primo step è del novembre 2015, successivamente le zone interessate al nuovo sistema sono aumentate, ampliando il bacino di utenza. In occasione della presentazione, fu annunciato la preparazione del nuovo appalto e l’avvio del sistema su tutta la città. Progetti non realizzatisi: il bando è andato deserto due volte e il sistema di raccolta dei rifiuti in proroga dai tempo. Mentre della raccolta porta a porta in tutta la città non c’è ancora traccia. Né quella avviata sembra funzionare nel modo giusto, tanto che alcuni cittadini residenti parlano di “disastro” nelle zone interessate hanno annunciato al Comune la volontà di chiedere il rimborso della Tari.
Le scarse performance non riguardano però tutta la provincia. Anzi. Molti piccoli Comuni del catanese si trovano nella parte superiore della classifica, guidata da San Cono, al quinto posto di tutti i Comuni siciliani, con la percentuale relativa all’ultimo trimestre del 75,71%. Segue San Michele di Ganzaria, all’8° posto. Oltre i diecimila abitanti troviamo Grammichele, al 14esimo posto e, sopra i ventimila, Belpasso, che si ferma al 29esimo posto con il 64,96 di differenziata.
Dei Comuni sopra i trentamila abitanti è Caltagirone il più riciclone, con il 58,64% che lo fanno posizionare al 56esimo posto. Ma buone percentuali sono ottenute anche nei grossi centri: a Misterbianco, dove la popolazione sfiora i 50 mila abitanti, al 75esimo posto con il 53,48% ( a novembre però la raccolta è schizzata a 64,7% incoronando il Comune tra i più ricicloni di Sicilia).