Europee, dal Pd no a Lumia | Ma lui: "Non finisce qui" - Live Sicilia

Europee, dal Pd no a Lumia | Ma lui: “Non finisce qui”

Il "no" all'ex presidente della commissione Antimafia è stato confermato con l'ok alla relazione del segretario Raciti. In lista anche Zambuto, da decidere solo la candidatura di una donna: alcuni fanno il nome di Nelli Scilabra.

Direzione del pd
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PALERMO – C’è la lista per le europee. E non c’è Giuseppe Lumia. Alla fine la direzione regionale del Partito democratico ha approvato la relazione del segretario Fausto Raciti: una lista fatta da otto nomi, cinque siciliani e tre sardi. C’è quello del deputato regionale Antonello Cracolici – di area Cuperlo – e l’europarlamentare uscente Giovanni Barbagallo, di areaDem. Per l’area Renzi, invece, correrà il sindaco di Agrigento Marco Zambuto. Un nome che era stato proposto accanto a quello di Mila Spicola, che però ha rifiutato: “La proposta deve arrivare da Roma, le europee sono una partita di responsabilità nazionale”. Insomma, decide Renzi. E anche Zambuto, infatti, dichiara di aver accettato “nel rispetto, comunque, delle decisioni nazionali”. Due posti, poi, saranno riservati a nomi femminili, ma soltanto uno è certo: è Tiziana Arena, segretario cittadino del Pd ennese, in quota Crisafulli. L’ultimo nome verrà deciso dalla segreteria regionale. E dovrà essere obbligatoriamente quello di una donna.

Non si sa ancora chi sarà (potrebbe essere un’esponente dell’area Drs-Megafono), ma da giorni ormai si fanno sempre più insistenti rumors che danno l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra l’asso nella manica del governatore Rosario Crocetta in caso di semaforo rosso a Lumia. Che, però, non si dà per vinto. Per l’ex presidente dell’Antimafia, la partita è ancora aperta: “Ho apprezzato molto gli attestati di stima che mi sono arrivati anche dall’area Renzi – ha commentato subito dopo il voto della direzione – , e non ho ancora scelto se candidarmi oppure no: per me la questione non è chiusa. Ma sono nettamente contrario a riproporre uno sviluppo che sia separato dalla legalità e dalla lotta alla mafia, così come sono contro chi critica questa Confindustria: la preferisco a quella che ha lasciato solo Libero Grassi. Sono vecchi concetti che ritornano, tragici errori che in passato ci hanno fatto sbattere contro la questione morale. È in questo che Crocetta sta facendo una vera rivoluzione”.

E, in effetti, per il senatore del Megafono non è ancora detta l’ultima parola. Alla fine, sarà la direzione nazionale del partito che dovrà approvare le liste. E allora Lumia potrebbe tornare in gioco. Nel frattempo, però, Raciti resta fermo nelle sue posizioni: “Oggi il Pd ha dato una direzione di marcia. Ed è quella in cui usciamo una volta e per tutte dalla dicotomia tra chi ha creduto che la spesa pubblica fosse uno strumento attraverso cui costruire consenso personale e chi ha creduto che la politica fosse l’ancella del lavoro delle procure. Finalmente stiamo abbandonando questo schema, e ci riusciremo”. In questo, però, assicura il segretario regionale “nessun tentativo di esclusione. La lista, però, rappresenta il partito che vuole guardare in avanti, e non quello che torna nel dibattito al quale abbiamo assistito per quindici anni. Quella pagina si è chiusa”.

Ma su Lumia in realtà il Partito è diviso. C’è chi l’avrebbe voluto in lista, e alcuni l’hanno anche manifestato apertamente: i componenti trapanesi della direzione, ad esempio, con in testa la deputata regionale Antonella Milazzo, e il capogruppo del Pd all’Ars Baldo Gucciardi. “Senza Lumia la lista non è abbastanza forte”. In silenzio il presidente della Regione Rosario Crocetta. Almeno sulla questione europee il governatore non vuole entrare, perché il problema principale, per lui, resta lo scoglio del governo. Un tema per il quale Crocetta continua a dirsi “aperto al dialogo con i partiti. Basta che non duri all’infinito”.

E così il presidente della Regione oggi si è limitato ad ascoltare. Almeno fino a quando il senatore Corradino Mineo non l’ha attaccato sui risultati dell’esecutivo regionale. “Crocetta è un personaggio sulfureo, siamo alla fine della sua esperienza di governo” ha detto l’esponente civatiano. E il governatore, a quel punto, non si è trattenuto. “Sembra il discorso di un killer venuto dall’Est. La mia esperienza è alla fine? Io almeno non ho il problema di essere eletto senatore con il listino bloccato”, ha risposto. Chi era dentro (la direzione era a porte chiuse) racconta di un duro scontro tra i due. Prima del voto, così, Crocetta è andato via. Uscendo dall’hotel delle Palme si è concesso soltanto un commento: “Le liste? Va bene così”.


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