Abbiamo chiesto al vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo un commento sulla lettera inviata al presidente Lombardo e all’assessore Centorrino e non sono mancati gli spunti interessanti. Secondo il deputato del Pd, infatti, le maggiori responsabilità sulla cattiva gestione della riforma della Formazione ricadrebbero, infatti, soprattutto sull’apparato dell’assessorato e sul dirigente generale Albert: “Che sarà bravissimo nelle cose nordiche – dice con un pizzico di ironia Oddo – ma forse non è ferratissimo sulle leggi siciliane”.
Onorevole Oddo, un attacco duro il suo. Come l’avrà preso Centorrino?
“Ma io non ritengo che lui abbia molte colpe. Ritengo, al massimo, che l’unico errore compiuto dall’assessore sia stato quello di essersi fidato troppo”.
Di chi?
“Dell’apparato. Di uffici che forse avrebbero bisogno di una messa a punto”.
Che tipo di messa a punto?
“Bisognerebbe capire se in assessorato sono a conoscenza del mondo della Formazione e se hanno realmente le capacità per intervenire”.
Lasciamo stare gli uffici, gli apparati. Lei si riferisce al dirigente generale Albert…
“Io penso che Albert abbia una grandissima conoscenza del Piemonte. Ma che sulla legge 24 forse non è preparatissimo”.
Scelta sbagliata?
“Io ai dirigenti generali farei fare gli esami. Magari una persona può essere capacissima in un contesto, e invece in difficoltà in un altro contesto”.
Ma oggi il dirigente è scelto dal governo.
“E il governo allora aiuti Centorrino”.
È stato lasciato solo, come lui stesso ha detto?
“Forse c’è stato un certo accanimento nei confronti dell’assessore”.
Lei con la sua lettera non c’è andato leggero.
“Ho esercitato le mie prerogative di deputato”.
Vuol dire che la sua è una posizione personale, o riflette quella del suo partito?
“Guardi, le posso dire che la lettera non è stata preceduta da chissà quali riunioni. Da deputato ho sentito l’esigenza di fare il punto su un’azione legislativa farraginosa”.
Glielo chiedo in un altro modo: nel suo partito ci sono altri deputati che la pensano come lei?
“Sì, certamente. In molti pensano le stesse cose che io ho sintetizzato nella lettera”.
In molti, oggi, chiedono le dimissioni di Centorrino. Lei si unisce a loro?
“Io penso che le analisi non si facciano sul momento o sull’onda emotiva. Le questioni vanno valutate a mente fredda ogni due-tre mesi”.
Magari in vista di un governo totalmente politico. I tecnici hanno fallito?
“Io penso che un governo di tecnici debba essere ancora più deciso, aggressivo, riformista. E che perlomeno non commetta, appunto, errori… tecnici”.
Ma Centorrino è un tecnico o un politico? Lei nella lettera fa riferimento a un “immaginario collettivo” che lega l’assessore al Pd.
“Appunto, nell’immaginario collettivo. Ma un assessore deve anche porsi il problema di come è ‘percepito’ all’esterno, e di come questa percezione possa creare qualche problema al partito”.