"Erede dei Lo Piccolo a San Lorenzo" | Liga condannato a 20 anni - Live Sicilia

“Erede dei Lo Piccolo a San Lorenzo” | Liga condannato a 20 anni

Accusato di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni, Liga era già stato condannato in primo grado a vent'anni. La corte d'appello ha confermato la sentenza del tribunale.

La sentenza di appello
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PALERMO – Confermata dalla corte d’appello presieduta da Gianfranco Garofalo la condanna a vent’anni e sei mesi per l’architetto Giuseppe Liga, ritenuto boss di San Lorenzo. Accusato di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni, Liga era già stato condannato in primo grado. Liga, secondo l’accusa, sarebbe subentrato alla guida del mandamento dopo l’arresto dei boss storici Salvatore e Sandro Lo Piccolo: il suo nome figurava nei pizzini trovati nel covo dei Lo Piccolo col numero “013”.

Iscritto dal 1978 nell’albo degli architetti, è un professionista molto conosciuto in città anche per la sua passione per la politica e i suoi rapporti istituzionali. Per otto anni, dal 1989 al 1997, è stato infatti il segretario nazionale del Mcl, il Movimento Cristiano Lavoratori.

“Condannate Giuseppe Liga a 20 anni e sei mesi”. Era stato il procuratore generale a chiedere la conferma della pena inflitta in primo grado all’architetto. Il nome dell’architetto saltò fuori la prima volta, proprio tra le carte che i poliziotti trovarono a Lo Piccolo, il giorno dell’arresto nel covo di Giardinello. Uno dei pizzini all’interno di una valigetta piena di nomi e cifre diede il primo input alle indagini. Un anno dopo, nel 2008, un’intercettazione effettuata durante le indagini che portarono all’operazione Perseo dei carabinieri, avrebbe chiarito il suo ruolo.

“A Tommaso Natale chi c”è?”, chiedeva il boss di Bagheria Pino Scaduto a Giovanni Adelfio, Antonino Spera e Sandro Capizzi, gli uomini di Santa Maria di Gesù che facevano la conta dei capomafia per organizzare il nuovo organigramma di Cosa nostra. La risposta fu chiara: era l’architetto Liga il referente nel feudo che era stato dei Lo Piccolo.
Poi arrivarono le dichiarazioni di una sfilza di pentiti, fra cui Marcello Trapani, un tempo legale dei Lo Piccolo. Tutti lo descrivevano non solo come l’erede ma anche come la mente economica dei boss di San Lorenzo. L’architetto si trova in una cella del carcere di Opera e soffre di disturbi cardiaci. Ora è certo, dovrà scontare vent’anni.


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