CATANIA. Con 14 voti a favore (tre sono andati ad Andrea Milazzo), 1 scheda nulla e 2 bianche Sebastiano Molino, in quota per gli artigiani, è il nuovo componente di giunta della Camera di Commercio del Sud Est.
Ma forse bisognerebbe dire che, oltre i voti, sono state necessarie tre sedute di Consiglio, la prima a febbraio, la seconda a maggio e la terza giovedì 3 giugno che ha consentito di chiudere questa partita e di lasciare sul piatto – per una prossima seduta che il presidente Pietro Agen ha promesso di convocare a breve – due argomenti molto interessanti: il futuro della sede siracusana della Camera di Commercio che potrebbe interessare forse proprio alla Prefettura, e un possibile, o probabile, centro congressi a Catania di cui si parla da tempo ma di concreto non sembra (ancora) esserci nulla. O meglio, voci di corridoio avevano sollevato curiosità su un abboccamento, anche abbastanza concreto, con i commissari del Centro Stampa Etis e quindi del gruppo Ciancio, ma poi tutto sembrava essere naufragato con la conclusione del mandato commissariale.
Una seduta breve ma succosa, quella di giovedì scorso, che è tornata a parlare degli aeroporti di Catania e Comiso grazie agli interventi di Nico Torrisi e Rosario Dibennardo, rispettivamente AD di Sac SpA e presidente della Soaco SpA. Due realtà che, insieme, rappresentano il sistema aeroportuale della Sicilia orientale ma che sono molto distanti come performance. E se la prima vede la possibilità concreta di nuovi primati da qui a breve, la seconda combatte contro l’inclemenza di un bilancio che neanche i finanziamenti regionali – promessi e mantenuti solo in parte – hanno sanato, ma solo mitigato rispetto ai 3,5mln di euro in perdita che Soaco registrava in bilancio al momento dell’insediamento di questa gestione.
Ma su tutti l’intervento più interessante, forse perché inaspettato, è stato quello del Sovrintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda), Antonio Calbi, ospite della Camera del Sud Est per suggellare l’inizio di una nuova collaborazione, anche onerosa, tra i due istituti.
“Non è solo un contributo economico quello che Inda ha ricevuto dalla Camera di Commercio del Sud Est – spiega Calbi – bisogna attivare relazioni perché bisogna fare rete. Inda è la prima impresa culturale italiana nata nel 1913 grazie a una raccolta fondi di mecenati, poi la sua attività si è interrotta per sette anni e cento anni dopo quella chiusura, come oggi, ripartiamo.
Inda vive per il 70 per cento con ricavi propri, molto più di quanto fa la Scala di Milano. Nel 2019 abbiamo totalizzato 170mila spettatori paganti (di cui almeno 120mila provenienti da fuori Sicilia) per 4,5 mln di euro su un bilancio di sei e creando, al contempo, un indotto di 130mln di euro. Ci sono spettatori che non hanno mai perso una rappresentazione e molti di loro vengono da regioni lontane dalla Sicilia, come il Trentino. Quest’anno inizieremo le rappresentazioni in ritardo ma il dato positivo è che da quando abbiamo aperto i botteghini, 15 giorni fa, abbiamo venduto 15mila biglietti e di questi 12mila sono oltre confine.
“Certo, quest’anno – continua Calbi – ci confronteremo con gli accessi limitati. Il decreto del governo limita a mille i posti disponibili dei teatri all’aperto, grazie all’intercessione dell’assessore regionale Manlio Messina e del presidente Nello Musumeci, arriveremo a contenere tremila persone grazie a un protocollo rigoroso di cui Asp Siracusa e Protezione Civile hanno condiviso le linee guida.
“La Sicilia è una terra di cultura, bellezza e paesaggio; il turismo culturale ha possibilità di sviluppo enormi. E io spero – conclude Calbi – che questa collaborazione tra Camera di Commercio del Sud Est e Inda riesca a smuovere ancora di più per questa Sicilia”.