E’ scontro Lega-magistrati. Dopo che ieri Bossi aveva annunciato una ‘scuola’ per magistrati padani facendo infuriare il vice presidente del Csm Vietti, oggi il ministro dell’Interno Maroni dal palco di Pontida ha attaccato la magistratura. Parlando dei risultati ottenuti dalla Lega, Maroni ha citato l’introduzione dei respingimenti dei clandestini, che potrebbero funzionare meglio, ma ”abbiamo contro tutta la magistratura – ha detto il responsabile del Viminale – che è a favore dei clandestini”.
Immediata la replica dell’Associazione nazionale magistrati al ministro. Da Palermo, a margine del congresso di Unicost, Luca Palamara ha precisato: “La magistratura non è contro nessuno. Applica la legge, senza distinzioni, nei confronti di tutti, anche dei clandestini”. E, sempre da Palermo, nel giorno del raduno della Lega di Pontida, dai giudici arriva un secco altolà sulle Scuole per i pm padani. Un tema messo sul piatto ieri dai vertici del partito in occasione della presentazione della Scuola della magistratura di Bergamo, definita ”lombarda” da Umberto Bossi, che ha detto di sentirsi più garantito se giudicato ”da un magistrato che parla il mio dialetto”.
Se ieri era stato il vice presidente del Csm a chiarire che la Scuola è per tutta la magistratura italiana, oggi è l’Associazione nazionale magistrati a lanciare il suo monito. “Si è celebrata una Scuola fantasma, che non esiste”, premette il leader del sindacato delle toghe Luca Palamara. Ma, ”in ogni caso, nessuno può permettersi di dividere i magistrati in ambiti territoriali”. Resta poi il fatto ”singolare che mentre si vuole affermare il modello di un giudice europeo, c’è chi pensa a un ”giudice provinciale”.
”La magistratura è istituzionalmente unitaria perché applica il diritto nazionale. Immaginare magistrature regionali implica la rottura di un assetto fondamentale di uno Stato unitario e questo con il federalismo non c’entra nulla”, avverte Marcello Matersa, segretario di Unicost. ”E’ una proposta ridicola e priva di senso”, rilancia il consigliere del Csm Guido Calvi (Pd).
”Sono messaggi pericolosi nella loro suggestione. I giudici applicano la legge chiunque la faccia”, osserva il consigliere della Cassazione Giuseppe Maria Berruti. Non commenta il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, ma si limita a una battuta: ”in Calabria si parla l’italiano”.