Spettabile redazione, segnalo un episodio, a mio modo di vedere grave e allo stesso tempo grottesco, accaduto ad una mamma preoccupata per le condizioni di salute della propria figlia minore.
Questa mattina, mia figlia, frequentatrice del IV anno al Liceo Scientifico Principe Umberto di Savoia di Catania, colta da un malore, mi chiama per assistenza. Mi precipito a scuola per accertare le condizioni, ma mi accade un episodio increscioso, unico, ma gravissimo allo stesso tempo. La ragazza mi raggiunge nell’atrio con dolori addominali e mi adopero per portarla a casa, sono le 11,20 circa, quando la vice Preside interviene e mi chiede i documenti; suppongo per appurare la mia identità. Riferivo che dalla fretta non avevo portato i documenti, ma assicuravo la dirigente, che oltre ad avere in deposito scolastico la mia firma, ero conosciuta dalle insegnanti e dal personale scolastico, e quindi la certezza dell’identità, era facilmente accertabile. Con netto rifiuto la predetta dirigente non sentiva ragioni e mi impediva di portare via la ragazza dilungandosi con discorsi inverosimili senza curarsi minimamente delle condizioni della ragazza e con l’avallo della Preside occorsa nel frattempo all’evento. Ambedue non sentivano ragioni, asserendo che la ragazza poteva lasciare l’istituto solo su intervento del 118. Considerata l’ntransigente posizione, ero costretta mio malgrado, ad accettare la condizione posta e a far chiedere l’intervento dell’ambulanza per il trasporto della ragazza in ospedale. L’ambulanza veniva richiesta da parte dell’istituto scolastico e arrivava immediatamente e, naturalmente, considerata la minore età, accettava la ragazza previo la presenza della madre, cioè io. In tutta questa vicenda kafkiana, la Preside e la vice Preside non hanno mai chiesto cosa avesse la ragazza, hanno solo distratto una ambulanza inutilmente, hanno creato un disagio al genitore e mortificato il minore e mi hanno costretto a portare in ospedale mia figlia senza la necessaria valutazione del genitore. Spero che chi di dovere accerti e intervenga adeguatamente. Ma a chi damo i nostri figli ?
Valenti Vincenza