L’incontro è saltato per “indisponibilità” del governatore, che oggi non sarebbe nemmeno in Sicilia. In realtà, Raffaele Lombardo avrebbe deciso di vestire i panni del “temporeggiatore” sul fronte delle nomine dei dirigenti generali della Regione. Così, la giunta di governo inizialmente annunciata per oggi, non è nemmeno stata convocata. Gli incarichi in scadenza verranno ricoperti ad interim da dirigenti di pari grado. Una scelta quasi obbligata. Queste nomine, infatti, da sempre rappresentano gli equilibri interni alla maggioranza. Equilibri quantomai instabili e indecifrabili oggi.
A cominciare dall’uscita dal governo dell’Udc, che attraverso le parole del capogruppo Giulia Adamo, non a caso, nei giorni scorsi ha fatto esplicito riferimento alle “aperture” del Presidente della Regione non solo su una maggiore presenza in giunta del suo partito, ma anche a qualche nomina di “direttori graditi”. “Per noi non è una questione di poltrone” aveva replicato il deputato marsalese.
E sull’altro fronte della maggioranza, la scelta del Pd di fissare per febbraio il referendum sul sostegno a Lombardo, di certo non è il miglior viatico per poter pensare di formare un governo politico e sottoscrivere un programma a medio termine che parta dalle amministrative, insieme al partito del governatore. Senza contare che anche Fli ha fissato, nei giorni immediatamente successivi all’Epifania un vertice in cui farà il punto sull’ingarbugliata situazione della maggioranza. Insomma, per il momento l’imperativo è “attendere”. Col nuovo anno, i nodi verranno al pettine. Visto che per il 10 gennaio il Presidente della Regione ha fissato il termine per la creazione del nuovo governo. Da cui discenderanno anche, ovviamente, gli alti burocrati.
Ma la faccenda della nomina dei direttori, molti dei quali (una quindicina) in scadenza il 31 dicembre, prima ancora di far emergere nomi e facce, ha già scontentato qualcuno. Fino all’ufficializzazione delle nuove nomine, gli incarichi verranno ricoperti ad interim da dirigenti di pari grado. Ma con un documento unitario e molto duro, Cgil, Cisl, Uil, Sadirs, Dirsi, Ugl e Siad hanno già bollato la faccenda delle nomine come “l’ennesimo spettacolo indecente messo in campo dalla politica del Governo regionale per fare carta straccia delle regole di trasparenza ed equità che devono ispirare il buon andamento della pubblica amministrazione. Allo scadere dei contratti dei dirigenti generali (che coincide con la scadenza forzata di questa quarta esperienza del governo Lombardo), – prosegue il documento – si assiste ancora una volta allo squallido mercato della politica (quella con la p minuscola, ovviamente) che pretende di risolvere le beghe fra i partiti spartendo poltrone a chi recalcitra e grida di più”.
E al di là dei “modi”, i sindacati entrano anche nel campo degli effetti concreti e immediati dei periodici avvicendamenti ai vertici dei dipartimenti regionali: “Questo è stato il leitmotiv di questi ultimi anni che ha visto avvicendarsi ai vertici dell’amministrazione regionale per ben cinque volte i dirigenti generali, senza garantire un minimo di continuità amministrativa ed in spregio ai criteri di merito che hanno lasciato il passo a quelli dell’appartenenza politica”.
Le sigle poi passano in rassegna alcuni aspetti normativi che sarebbero stati “ignorati” dall’esecutivo: dall’origine della nomina (per legge dovrebbe essere l’assessore al ramo, ma secondo i sindacati è sempre il presidente a scegliere i direttori), per passare alla durata delle nomine (ignorata la durata minima di due anni). “È strano – scrivono i sindacati – sentir parlare in questi giorni della possibilità che dirigenti generali che hanno operato con competenza e determinazione in settori cardine dell’amministrazione (la Funzione Pubblica è un esempio per tutti) rischino di lasciare il posto facendo perdere ancora una volta quel bagaglio di esperienza e professionalità che era stato portato in quell’ambito, mentre altri che meriterebbero il ben servito restano saldamente attaccati alla poltrona. È facile prevedere – concludono – che continueremo ad assistere, tra l’altro, ad incarichi assegnati ad interim, in attesa di sistemare le caselle dei giochi politici, a dirigenti esonerati per i quali verranno creati appositi uffici speciali per non scontentare nessuno e nel frattempo l’amministrazione regionale, con l’ennesimo cambio di vertice sia politico che amministrativo, andrà a carte quarantotto”.
“Un meccanismo intollerabile, – con queste parole il segretario generale Cgil Fp ha definito quello delle nomine dei dirigenti generali – soprattutto in tempi di forte crisi e difficoltà come quello che stiamo attraversando”. “Occorre porre fine a quel sistema viziato”, gli ha fatto eco Gigi Caracausi della Cisl Funzione pubblica, mentre il responsabile dell’Ugl Marcello Ficile ha chiesto di “porre fine a questo spettacolo indecente, in maniera da consentire una ripresa della nostra macchina amministrativa, bloccata da molto tempo per le continue indecisioni e ripensamenti di chi è ancora al comando”. Insomma, ufficialmente nomi ancora non ne sono stati fatti, ma le nomine dei dirigenti fanno già discutere.