AGRIGENTO – Uno stand by che suona come una condanna a morte. Vittima designata, Agrigento e il suo Villaggio Mosè, da sempre traino dell’intera provincia nel settore dell’edilizia. “Ma dai primi mesi del 2011 – denuncia il vicepresidente di Confindustria Agrigento Andrea Messina – si è assistito a un blocco delle concessioni edilizie che ha di fatto provocato un arresto dell’interno comparto”. Risultato? Licenziamenti per 100 famiglie, 20 milioni di investimenti privati in stand by, 2,5 milioni di mancate entrate per il Comune di Agrigento, 100 appartamenti pronti ma non consegnabili alla clientela. “E questi sono solo numeri prudenziali del calvario urbanistico del solo Villaggio Mosè”, continua Messina. Che aggiunge: “L’allarme recentemente lanciato al riguardo dall’Ance tramite il suo presidente Sutera mostra un quadro sconfortante. Confindustria Agrigento, oltre ad evidenziare che a fronte del pagamento di ingenti somme per il rilascio di concessioni e degli oneri di urbanizzazione non sia di fatto mai stata completata l’urbanizzazione dell’area, sottolinea come abbia nei fatti dell’incredibile che appartamenti già completi non possano essere immessi sul mercato e al contempo non vengano rilasciate concessioni edilizie per terreni in area edificabile secondo il vigente piano regolatore a causa dell’insufficienza di un semplice depuratore”.
In particolare, infatti, a frenare il rilascio delle autorizzazioni è l’utilizzo già completo della capacità produttiva dell’impianto di depurazione a servizio dell’area. Cosa necessaria per consentire gli allacci fognari. “Ma ciò che stupisce – aggiunge Messina – è che le metodologie di valutazione adottate nel tempo dal Comune di Agrigento siano inspiegabilmente variate. Fino alla fine del 2010, infatti, le concessioni edilizie venivano rilasciate rimandando la valutazione sull’impatto dei volumi dei reflui delle abitazioni da costruire sulla capacità produttiva dell’impianto di depurazione di zona al momento della richiesta di allaccio alla rete fognaria. Dai primi mesi del 2011, invece, la valutazione risulta avvenire ex ante rispetto al rilascio della relativa concessione edilizia, pur su terreni indicati come edificabili”.
Quindi la denuncia: “Questo è nei fatti il trattamento che certa politica riserva agli investitori privati ed all’esercito di disoccupati della nostra città e del suo hinterland, in palese contrapposizione con la pacifica e dichiarata necessità di creare posti di lavoro e di valorizzare ed attrarre investimenti e capitali. Invitiamo gli organismi comunali ad avviare un celere percorso risolutivo della scandalosa vicenda, offrendo, come nostro uso, tutta l’eventuale possibile collaborazione di cui potessero necessitare”.