PALERMO – Uno si definisce un “indignato in giacca e cravatta”. L’altro punta già all’assessorato che fu il suo. Gaetano Armao e Roberto Lagalla completano il “tricket” con Nello Musumeci. Un terzetto sospeso tra la voglia di “rottura” col passato e il sospetto della restaurazione. Assessori entrambi, il primo con Lombardo, il secondo con Cuffaro.
L’avvocato palermitano per giorni è stato a un passo dalla candidatura alla presidenza, forte del suo movimento nuovo di zecca. Quello dei “Siciliani indignati”. Ma chi sono questi indignati? E come è possibile che possano essere guidati da questo giurista, da anni destinatario di importanti e delicati incarichi legali, elegantissimo anche oggi nel suo “spezzato”. “Ma gli indignati di cui parlo io – spiega Armao – non sono quelli che fanno le barricate. Io voglio dare voce anche a quel ceto medio e di professionisti che è scivolato nella povertà, dopo la sequenza tremenda della crisi economia, dell’austerità e dell’incapacità gestionale del governo di Crocetta”.
Insomma, Armao parla di una “indignazione in giacca e cravatta. E sono tanti i siciliani indignati – continua – di fronte a una cosa pubblica gestita nel modo col quale l’ha gestita il governatore in carica. Un presidente che va in televisione a parlare di bilanci come se fossero mazzi di carote, che va alla trasmissioni televisive mostrando una padronanza della lingua italiana che mette alla berlina la Sicilia, tutti i siciliani”.
L’avvocato guarda quindi ai professionisti, agli impiegati, “come è accaduto in Spagna, dove il movimento dei Ciudadanos è nato all’interno delle Università”. Un movimento, quello populista di centrodestra, guidato da un avvocato. Coincidenze?
Resta il fatto che il termine di “indignati” sembra far storcere il naso a qualcuno. È il caso del Corriere della sera che oggi, in un articolo a firma Gian Antonio Stella, attacca sul rapporto tra il suo ruolo di assessore ai tempi della giunta di Lombardi e la professione di avvocato. Frasi che hanno fatto infuriare Armao che ha seccamente smentito l’articolo di Stella parlando di “notizie false”.*
Altri tempi. Armao oggi è di nuovo l’assessore designato all’Economia, come ai tempi di Lombardo, quando ricevette le deleghe alla Presidenza, poi ai Beni culturali e istruzione, quindi appunto al Bilancio. “Ma da tecnico – precisa Armao – chiamato a dare il proprio contributo”. Restano intanto le diffidenze all’interno di alcune anime di Forza Italia, specie sulla portata “elettorale” del movimento degli “indignati” guidato dal professore che ha seguito cause milionarie, fu console del Belize e che provò cinque anni fa senza molto successo (la lista non superò la soglia di sbarramento) un’avventura alle amministrative di Palermo al fianco dell’allora assessore alla Salute Massimo Russo e del deputato Mpa Giovanni Greco. Anche Armao, quindi, come ha spiegato oggi con una battuta Nello Musumeci, avrebbe “attraversato la palude senza prendere la malaria”.
Lo stesso destino di Roberto Lagalla che fu invece assessore di Totò Cuffaro. Un’esperienza rivendicata anche oggi dall’ex rettore dell’Università di Palermo. Anche perché all’assessorato alla Salute oggi il professore sembra guardare nuovamente. Un’aspirazione che al momento non sembra trovare molte sponde tra gli alleati di governo che vedrebbero meglio Lagalla nel ruolo di assessore all’Istruzione e alla Formazione. Una speranza rivelata senza troppi giri di parole, oggi, dall’ex Magnifico che eppure, fino alle 18 di ieri, stando a una sua nota stampa, era in corsa sì, ma solitaria per la presidenza della Regione. E che per settimane ha dialogato un po’ con tutti, tra destra e sinistra. Oggi eccolo al fianco di Musumeci e di Armao. A comporre l’immagine della “discontinuità” che profuma un po’ di passato. Una suggestione raccolta, del resto, sempre da Stella oggi sul Corriere, secondo cui Musumeci “ci riprova sfidando la sinistra, i grillini e la scaramanzia. Nella corsa alla presidenza regionale – ricorda Stella – è già stato battuto due volte. L’antico adagio (non c’è due senza…) non lo scoraggia. Né lo scoraggiano certi compagni di viaggio sui quali, da galantuomo quale rivendica di essere, spara a zero da anni”.
Ma per vincere, non si può stare troppo a pensare alle contraddizioni di una coalizione composta da autonomisti e sovranisti, leghisti e sicilianisti. Dove ci si indigna in giacca e cravatta. E dove la “rottura” può anche passare dalla restaurazione.
* nella precedente versione era contenuta la frase tratta dall’articolo del Corriere della Sera contenente notizie che Armao ha definito “false”.