CATANIA – È di queste ore la nota a firma della professoressa Febronia Elia, ordinario di Storia romana al dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania, che rivoluzionerebbe l’intero assetto interno all’Ateneo etneo. “Informo i colleghi e il personale tecnico amministrativo dell’Università di Catania di aver proposto ricorso al Tar Sicilia, sezione Catania, affinché sia prontamente ordinato l’avvio delle procedure per la costituzione di nuovi organi statutari alla luce dell’articolo 42 del nuovo statuto e della legge 240/2010”.
Una soluzione definita dalla docente come unica alternativa possibile per risollevare l’Ateneo. “Viviamo una situazione insostenibile – si legge nel documento diramato quest’oggi – specie dopo le note mie e della professoressa Toscano del 26 giugno scorso e le relative ‘chiose’ del Rettore Pignataro”. Un Ateneo alla deriva. Politica fallimentare, sacrificio di troppe risorse, malesseri diffusi sarebbero stati procurati dalla cattiva amministrazione Pignataro secondo quanto dichiarato da Febronia Elia che tuttavia non si esime dal coinvolgere i colleghi docenti: “dopo tante sollecitazioni pervenute dai Colleghi desiderosi quanto me di legalità nel rispetto delle leggi e dello statuto, rimaste nostre uniche ancore, si impone una radicale inversione di rotta attraverso un nuovo progetto che coinvolga quante più persone possibili, al fine di eleggere personalità che possano rappresentare tutte le anime”.
Pronta la replica del Rettore Giacomo Pignataro che così commenta: “Non conosco i contenuti del ricorso e non voglio occuparmene così come non voglio occupare il tempo dei colleghi a disquisire questioni di cui saranno interessati gli organi competenti. Posso soltanto ribadire, come già fatto altre volte, la legittimità dell’operato di questa amministrazione e la serenità con la quale affrontiamo l’eventuale giudizio attivato con il ricorso”.
Ed in riferimento alle dure parole mosse dalla professoressa Elia, Pignataro replica con un velo di sarcasmo: “Mi fa piacere che Elia intenda farsi parte attiva di un nuovo progetto perché al momento nonostante il suo ruolo di consigliere non vi è mai stato un sostanziale contributo nella definizione delle scelte strategiche dell’Ateneo”.
A seguito poi delle accuse di fallimento, malesseri e sacrifici di molti Pignataro commenta: “Tutte le decisioni importanti sono state adottate quando non all’unanimità con ampissima maggioranza degli organi di governo. Organi che non sono stati cambiati a dimostrazione del fatto che il ruolo del Rettore è stato interpretato come garante dell’intera comunità accademica senza guerre, sangue o feriti”.
Infine il Magnifico ha così concluso il suo intervento: “E’ davvero singolare come sebbene non sorprendente che chi oggi rivendica democrazia e rappresentatività no abbia fatto altro che convogliare le proprie energie al fine di annullare il legittimo risultato elettorale. Per fortuna – conclude – l’Ateneo di Catania è interessato con grande generosità a risolvere i veri problemi, per questo gode di una reputazione diversa da quella fantasticata da qualcuno”.