Enna, spaccio di cocaina: trafficante patteggia ma rimane in cella

Enna, spaccio di cocaina: trafficante patteggia ma rimane in cella

Fu arrestato ad aprile dal commissariato di Leonforte
TRIBUNALE DI ENNA
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AGIRA (ENNA) – Ha chiesto il patteggiamento ma resta in carcere “zio Giulio”, Pietro Cuccia, noto trafficante di droga cinquantenne più volte arrestato e condannato. Cuccia, già coinvolto nelle operazioni Nickname e Lepus, dovrà comparire in aula a Enna solo il prossimo 9 gennaio.

L’arresto

Quel giorno, dinanzi al Gup, risponderà di spaccio per il suo arresto in flagrante che risale allo scorso aprile. Al termine di un blitz degli agenti del Commissariato di Leonforte, gli fu addebitata la detenzione di un chilo di marijuana e 314 grammi di cocaina. La droga si trovava in un sacchetto che avrebbe lanciato da una finestra di casa sua.

Il figlio libero

Resta libero invece il figlio di Cuccia, Rosario, che fu scarcerato immediatamente dai domiciliari. E i legali hanno chiesto il patteggiamento per entrambi. Sono difesi dagli avvocati Orazio Spalletta e Sinuhe Curcuraci.

Il sacchetto lanciato

Dopo essere tornato in libertà, dopo la scarcerazione dell’inchiesta Lepus, in sostanza, si sarebbe subito rimesso a spacciare. Quando è arrivata la polizia ha lanciato il sacchetto verso un tetto sottostante l’abitazione, nel cuore del centro storico, a due passi dalla storica via Diodorea.

La perquisizione

Gli agenti però ovviamente non si sono persi la scena, sono andati a recuperare la droga e hanno arrestato entrambi: padre e figlio. Anche perché, nel corso della successiva perquisizione domiciliare a casa di Pietro Cuccia, hanno trovato bilancini elettronici di precisione, materiali per il taglio e il confezionamento della droga.

C’era inoltre un block notes con annotati cifre, nomi e date, appunti che per gli inquirenti sarebbero potuti essere legati allo spaccio: per l’accusa una sorta di piccolo libro mastro della droga. La polizia in quell’occasione ha rinvenuto e sequestrato anche la somma di settecento euro in banconote di piccolo taglio.

Il “pizzino”

Nel corso della perquisizione a carico di Rosario Cuccia, invece, i poliziotti hanno rinvenuto della marijuana, banconote e un “pizzino”. Pure in questo caso, annotati a penna, c’erano nomi e importi numerici. L’accusa per cui è scattato l’arresto in flagrante è detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.


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