Ester Bonafede: "La mia missione? Riportare i David a Taormina" - Live Sicilia

Ester Bonafede: “La mia missione? Riportare i David a Taormina”

L'intervista alla sovrintendente della Fondazione Taormina Arte Sicilia

Il primo sovrintendente della neo Fondazione Taormina Arte Sicilia che subentra allo storico Comitato è una donna palermitana dall’aspetto gentile e dal piglio deciso, Ester Bonafede, nominata da pochi mesi dall’assessore al Turismo Manlio Messina alla guida di una delle più importanti manifestazioni culturali siciliane, che si svolge sin dal 1983, nella cittadina dello Jonio. L’architetto Bonafede vanta una lunga esperienza nel settore della gestione di enti culturali essendo stata per ben due mandati nel consiglio di amministrazione del Teatro Massimo di Palermo, e per altri otto anni sovrintendente della Foss, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana. 

Un alto profilo dunque quello della professionista, già assessore regionale nella giunta Crocetta, che sembra avere le idee chiare sul futuro della Fondazione con un cartellone che tra cinema, teatro, lirica, musica classica, danza e arti visive, dovrà far dimenticare la lunga pandemia che aveva ridotto i 3.662 posti del teatro greco-romano di Taormina.

I tempi sono incerti, le risorse dimezzate rispetto al passato, come svolgerà il suo incarico?

“Con tutto il mio entusiasmo, convinta che la cultura sia una forma di nutrimento e possa salvarci. Voglio promuovere nel mondo Taormina e l’intera Sicilia accogliendo idee e proposte”.

Il Taormina FilmFest è l’erede della Rassegna Cinematografica Internazionale di Messina, nata nel 1955, che per decenni ha ospitato i David di Donatello, oggi trasferiti a Roma. Nel tempo la sua immagine si è appannata. Perché?

“L’opacità è data da una serie di concause: al disinteresse della classe politica del tempo, che ha ritenuto marginale l’attività della Fondazione, nonostante Taormina sia una porta sul mondo, si è aggiunta la diminuzione delle risorse e il conseguente depauperamento della produzione artistica. Un processo vizioso che ha comportato perdita di autorevolezza e appeal; pian piano la Fondazione da produttore culturale si è ridotta a un mero erogatore di servizi”.

È così che l’ha trovata?

“Proprio così, un soggetto ospitante spettacoli prodotti da privati, come purtroppo sarà anche quest’anno. Ci sono problemi legati all’allestimento del teatro, potendo contare su poco personale seppure di alta qualità tecnica. Convertiamo un prezioso quanto fragile bene archeologico in una macchina teatrale adeguata alle moderne necessità in poco più di un mese, un tempo risibile. Questa capacità va riconosciuta alla Fondazione perché se così non fosse la spesa sarebbe inimmaginabile”.

Il comune di Taormina e la Regione Siciliana sono i fondatori della nuova Fondazione mentre la città metropolitana di Messina è rimasta fuori.

“Dietro questa decisione ci sono forse altri progetti, però sarebbe stato importante che anche loro avessero scommesso su un’istituzione che vanta una storia così prestigiosa. In fondo dobbiamo solo raccogliere il testimone e impegnarci per riscattarne il valore. Comunque, da questo momento tutti coloro che aderiranno saranno promotori e non fondatori”.

Sovrintendente, quest’anno sarà quindi una stagione di transito.

“Sì, ma si sta prefigurando la nuova immagine con cui la Fondazione sarà in grado di attrarre produzioni di carattere regionale, nazionale e internazionale. Il mio obiettivo è quello di co-produrre opere con altri teatri importanti in modo che i costi siano abbattuti e si possa intraprendere un nuovo percorso, con un doppio vantaggio: che le nostre produzioni siano di grande interesse e che il nostro brand viaggi nel mondo”.

Dovrete puntare molto sulla comunicazione per far crescere il brand e questo progetto ambizioso.

“Investiremo sulle relazioni con la stampa, con i social e con tutti i media. Scommetteremo sugli spettacoli di danza, sulla prosa e anche sul dramma che non è appannaggio dell’Inda, e co-produrremo, quindi sbiglietteremo insieme ai partner privati, cosa che ora non avviene”.

Quindi co-produzioni e condivisione del rischio.

“Il teatro antico di Taormina non è un palcoscenico qualsiasi, tutto quello che andrà in scena dovrà essere una catarsi e bisognerà assicurare il rispetto della sacralità del luogo. Intendo rilanciare a 360° gradi il Taormina Film Festival e riportare a casa i David di Donatello. Per far questo bisogna avere capacità di governare i grandi processi e dimostrare la necessaria serietà nel mantenere gli impegni facendo diventare la rocca di Taormina un faro che orienti la cultura nel contesto del Mediterraneo. Per questa ragione voglio creare l’Orchestra Filarmonica di Taormina, che se anche non stabile per ragioni economiche, sia il frutto di un processo di selezione attraverso audizioni, con commissioni qualificate, che tramite un bando possa coinvolgere i paesi rivieraschi del Mediterraneo affinché possa divenire l’orchestra della pace”.

Per realizzare tutto questo servono sponsor importanti.

“Il brand Taormina e quello Fondazione sono talmente noti che appena alzi il telefono e pronunci la parola magica tutte le porte si spalancano. Quindi perché non introdurvi un’orchestra che possa esibirsi in tutto il mondo? Due sarebbero gli obiettivi raggiungibili: dare amplificazione a ciò che faremo e attrarre gli sponsor che come TreniItalia, stanno già dando fiducia al nostro progetto. Bisogna solo restituire al brand quel credito che si è un po’ sfilacciato, restituire alla Fondazione il ruolo di protagonista delle cose che fa, artefice  e non più ospite”.

Un cambio di punto di vista.

“Inizia un nuovo percorso, reso possibile dalle risorse già disponibili. Organizzeremo delle masterclass nei vari settori, cinema, opera, sinfonica, danza, arti visive…”

Ci sarà la destagionalizzazione?

“Ne ho già discussocon il sindaco di Taormina che sarà il presidente dellaFondazione: nel mese di agosto – caratterizzato da un turismo caotico e mordi e fuggi – lasceremo il teatro all’amministrazione comunale e al Parco archeologico, l’Ente che ne è gestore. Taormina Arte concentrerà invece le sue attività nei mesi di maggio, giugno, luglio e settembre, mentre durante l’inverno proporremo le nostre produzioni al Palazzo dei Congressi, che ospiterà anche le varie masterclass. Senza tralasciare ilturismo congressuale”.

Altre novità rispetto al passato?

“La Borsa del turismo musicale. Tra ottobre e novembre metteremo in connessione i più grandi tour operator della musica e del turismo che fanno viaggiare flussi economici consistenti alla scoperta del patrimonio musicale italiano. Faremo di Taormina un crogiuolo di elaborazioni di pensiero. In questa terra abbiamo tutto, dobbiamo solo essere più laboriosi e garantire correttezza nei comportamenti”.


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