Estorsioni e pensioni | Scattano cinque arresti

Estorsioni e pensioni | Scattano cinque arresti

Salvatore Alaimo

Vincenzo Mirabella

Antonino Aiello

Giacinto Sciortino

Cinque persone accusate di estorcere denaro per accelerare l’iter di pensioni di invalidità sono state arrestate a Bagheria, nei pressi di Palermo, dai carabinieri con l’accusa di concussione. Sono Antonino Aiello, pensionato, 70 anni Ficarazzi, Salvatore Alaimo, cameriere in un bar, 50 anni, Giacinto Sciortino, pensionato, 70 anni, Vincenzo Mirabella, 40 anni, addetto al servizio d’invalidità civile presso la Prefettura di Palermo, Agostino Scardina (nella foto), 60 anni, impiegato presso l’ufficio Inps di Bagheria. I primi tre, secondo i risultati delle indagini, ricercavano le potenziali vittime e intrattenevano con loro i contatti durante tutto l’iter illecito della pratica, l’impiegato della prefettura si occupava di “estrarre” i fascicoli segnalati dai complici, di verificare lo stato dei procedimenti e quindi accelerare la formazione dei decreti ovvero rallentarla quando le richieste di denaro non fossero corrisposte, infine limpiegato del’Inps riceveva le pratiche e le poneva in liquidazione procurando una “corsia preferenziale”.

Le indagini hanno preso l’avvio dalla denuncia presentata ai carabinieri da una casalinga, madre di una ragazza di 18 anni affetta da gravi handicap psicomotori e per questo in attesa di ricevere la pensione d’invalidità civile. La donna, preoccupata per i ritardi dell’iter amministrativo, si era rivolta all’Ufficio Inps di Bagheria dove un funzionario le aveva rivolto una chiara richiesta di denaro per “sbloccare” la procedura.

A carico degli indagati sono stati eseguite ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, per associazione per delinquere finalizzata alla concussione. L’attività investigativa condotta dai carabinieri della Compagnia di Bagheria è stata diretta dal sostituto procuratore Maurizio Agnello, del “Gruppo reati contro la Pubblica Amministrazione” costituito nell’ambito della Procura di Palermo e guidato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci. Gli indagati naturalmente si preoccupavano di riscuotere i propri compensi illeciti e le facilitazioni si concretizzavano solo quando le somme pattuite fossero state effettivamente corrisposte in contanti.

In effetti, le indagini hanno fatto emergere anche casi in cui, a fronte di ripensamenti da parte delle vittime colte da difficoltà di liquidità, il gruppo criminale procurava artatamente il “congelamento” della pratica, quale forma di pressione per conseguire l’illecito profitto. Il compenso era fissato al 10% delle somme spettanti alle vittime quali arretrati: in concreto dai 500 ai 2000 euro, successivamente ripartiti tra i correi. Sono stati accertati nove casi di posizioni amministrative il cui iter è stato “deviato” a pagamento e le indagini proseguono, con la collaborazione della Prefettura e dell’Inps, per verificare altri eventuali episodi.

“Episodi come questi danno ai cittadini un’immagine orribile della pubblica amministrazione”. Così il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci, in conferenza stampa, ha commentato quanto emerso dall’indagine che ha svelato un giro di mazzette, chieste da pubblici funzionari, in cambio dell’accelerazione degli iter per il rilascio di pensioni di invalidità. “I pensionati e gli invalidi – ha aggiunto – avevano il diritto di ottenere la pensione ed erano costretti, invece, a pagare per prestazioni che gli spettavano”.

Il magistrato ha sottolineato come il disagio e le difficoltà economiche vissute dalle vittime aggravino la condotta degli arrestati. Nove i casi di concussione accertati finora. “Andremo avanti – ha concluso – per capire se ce ne siano altri visto che quella della banda era un’attività sistematica”. In cella sono finite 5 persone tra le quali un funzionario della Prefettura di Palermo e un dipendente dell’Inps di Bagheria.

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